Nel
Quaderno di Archeologia n. 5 (Luigi Malnati – Diana Neri, La necropoli e
l’abitato villanoviano “al Galoppatoio” di Castelfranco Emilia, 2001) l'autrice
dava conto dei primi risultati degli scavi d'emergenza condotti sulle tombe
etrusche rinvenute in via Canale. A dieci anni da quel lavoro, pur con le dovute
cautele nell'interpretazione dei dati disponibili, Diana Neri
aggiorna e integra gli elementi sull'occupazione etrusca più antica più antica
del territorio castelfranchese.
Il volume espone anzitutto tutti i materiali della necropoli "Galoppatoio" di
Via Canale e quanto resta del vicino abitato, ma anche tutti i reperti di epoca
villanoviana inediti e conservati nei depositi del museo, derivanti sia da
raccolte degli anni Ottanta sia da recenti ricognizioni (pubblicate solo in
parte) al fine di testimoniare l'importanza del territorio castelfranchese
nell'ambito della civiltà etrusca.
Le difficoltà riscontrate sul campo archeologico di via Canale sono state
notevoli e la distruzione del sepolcreto del "Galoppatoio" dovuto ai lavori
agricoli ha compromesso molte informazioni. Va aggiunto che i reperti
provenienti dal territorio, conservati nella vecchia raccolta civica e rinvenuti
tramite raccolte sporadiche, recano spesso un'indicazione topografica generica,
affidata a volte a uno schizzo e al nome di una località del Comune. I due dati
vanno dunque interpretati con un buon margine di prudenza.
Gli scavi d'emergenza condotti dalla Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna in collaborazione con il Comune di Castelfranco hanno
rinvenuto due evidenze archeologiche: alcune tombe scoperte fortuitamente nel
1988 durante lavori agricoli per l'impianto di un nuovo vigneto, e un abitato
etrusco rinvenuto nel 1991 durante i lavori per la strada provinciale lungo
quella che oggi è via del Villanoviano.