Parma. Gli scavi archeologici in Piazza Ghiaia

Home - Scavi/Valorizzazione - Parma, Piazza Ghiaia (scavi 2010)
Torso virile in marmo di età romana rinvenuto negli scavi in Piazza GhiaiaSin dall’epoca più antica, il torrente Parma  ha spostato periodicamente il suo alveo, costringendo gli abitanti ad adattare le strutture inerenti alla difesa spondale allo spostamento del corso d’acqua. Queste strutture, situate a breve distanza l’una dall’altra, dimostrano che in realtà il fiume non si è spostato di molto rispetto al corso odierno.
Questa, in sintesi, la conclusione di quanto emerso dalle indagini archeologiche effettuate in Piazza Ghiaia, a Parma, nel cantiere approntato nell'aprile 2010 per realizzare il secondo piano interrato nell'ambito dei lavori di realizzazione della nuova piazza che prevedono la costruzione dei livelli -2 e -3, destinati ad ospitare box auto.

Alla luce dei ritrovamenti emersi durante i lavori di posa dei diaframmi e dei pilastri di sostegno, effettuati nel 2009, la Soprintendenza per i Beni Archeologica dell’Emilia Romagna aveva ritenuto necessario disporre l’assistenza archeologica continua durante tutto lo svolgimento dei lavori di scavo.
L’indagine archeologica è stata svolta dalla ditta Gea s.r.l Ricerca e Documentazione Archeologica, sotto la direzione scientifica del Soprintendente Luigi Malnati e dall'archeologa Manuela Catarsi, funzionario del Museo Archeologico Nazionale di Parma.

Lo scavo effettuato in galleria tra i 5 e gli 8,50 metri di profondità ha permesso di portare alla luce -tra notevoli difficoltà causate dal particolare ambiente che non consentiva di utilizzare un metodo di scavo archeologico per la risalita continua  dell’acqua di falda e la scarsa illuminazione- almeno tre fasi archeologiche, tutte di epoca romana, comprese tra l'età repubblicana e il periodo tardo antico dell'impero.

Sono attribuibili a una prima fase repubblicana, una serie di pali lignei allineati in senso Nord Ovest – Sud Est infissi verticalmente nelle argille, a circa 7 metri di profondità dal piano piazza; tale palizzata fa parte di una difesa spondale della riva destra del torrente Parma.
In fase con questo rinvenimento è da ricondursi una grande buca scavata nelle argille, rinvenuta presso il margine sud-ovest del cantiere, contenente migliaia di oggetti metallici e monete. La tipologia di questi reperti (bronzetti rappresentanti divinità fluviali, piastrine in piombo recanti iscrizioni, ex–voto, oggetti apotropaici, piccoli monili) induce a ipotizzare che si tratti di un deposito votivo, probabilmente legato alla presenza di un tempio/santuario pertinente al culto delle acque.
Dalle fonti si può ipotizzare che questo spazio sacro si situasse su di una sorta di “isola” presso il fiume. Questa buca, sigillata da un pilastro in muratura e da grosse pietre, rappresenta indubbiamente il più grande deposito monetale tra quelli fino ad ora recuperati in Emilia Romagna.

  
Dupondio (in latino dupondius, due libbre) in bronzo di Antonia Minore (madre dell'Imperatore Claudio) 41-42 d. C.

A una seconda fase di età imperiale è legata un’altra palizzata lignea con andamento nord–sud, leggermente spostata verso l’area ovest del cantiere: la quota di rinvenimento più alta rispetto a quella della palizzata precedente (metri 6,30 di profondità dal piano piazza) e il materiale rinvenuto, fanno ipotizzare che tale apprestamento sia da riferirsi ad un epoca di poco successiva (età imperiale). La presenza di grossi blocchi in travertino posizionati a rinforzo di tali pali, suggerisce l’ipotesi di un’ulteriore difesa spondale dovuta a un altro repentino spostamento del fiume.
Lungo il margine est del cantiere sono venute in luce due strutture lignee: la prima è costituita da una serie di travi disposti parallelamente fra loro in direzione nord–sud e inclinati verso ovest; la seconda è analoga alla precedente ed è chiusa verso sud da alcune travi sovrapposte a formare una parete.
All’estremo margine sud del cantiere, a circa 6,50 metri di profondità  dal piano piazza, è emersa una grossa struttura muraria in ciottoli e malta cementizia con paramento esterno in laterizi. Questa struttura è riferibile a una pila di ponte evidentemente precedente al vicino ponte in pietra che ancora oggi si può vedere nel sottopasso di via Mazzini.


Parma, Scavi in Piazza Ghiaia - Struttura lignea

A una terza fase archeologica si può far risalire un’altra struttura lignea addossata alla parete est del cantiere. Essa è composta da grossi pali infissi verticalmente nel terreno e da una serie di assi disposte orizzontalmente a formare una sorta di “casseratura” di contenimento. Tale struttura, tagliata dalla posa del diaframma perimetrale di cantiere, si è conservata solo parzialmente ed è perciò di difficile interpretazione.

Mercoledì 24 novembre 2010 gli scavi sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa

Aggiornamento Giovedì 18 agosto 2011: Il Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, firma l’autorizzazione alla rimozione delle porzioni murarie del ponte romano individuate nel corso degli scavi