Parma. Scavi archeologici in Piazza Ghiaia: il ponte sarà rimosso
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Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
18 agosto 2011

Parma, parcheggio in Piazza Ghiaia
Il Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, firma l’autorizzazione alla rimozione delle porzioni murarie del ponte romano individuate nel corso degli scavi

Parma, scavi in Piazza Ghiaia: i ruderi del ponte romano Il Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, dopo aver acquisito attraverso la competente Direzione Generale romana il parere del Comitato Tecnico Scientifico per i Beni Archeologici (supremo organo consultivo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che allo scopo ha effettuato un sopralluogo congiunto in cantiere il 18 luglio u..s.), ha emesso l’autorizzazione di competenza per la rimozione dei resti del ponte romano rinvenuto al piano interrato -2 del parcheggio di Piazza Ghiaia.
Del ponte, cronologicamente anteriore a quello rinvenuto negli anni Sessanta del secolo scorso (di cui si conservano due arcate in posto nel sottopasso di Via Mazzini), erano stati individuati negli scavi condotti dal funzionario Manuela Catarsi i resti di un pilone, in conglomerato e paramento in mattoni, frammentati, rovesciati e dislocati su un’areale di circa mq. 200 a seguito di uno o più episodi alluvionali verificatisi con ogni probabilità intorno al 160 d.C.
La decisione di procedere alla rimozione anche dei lacerti più consistenti, presa dopo attente valutazioni, risulta necessaria per garantire la stabilità al parcheggio in costruzione ed agli edifici circostanti ed è finalizzata alla prosecuzione dello scavo archeologico, per meglio chiarire le vicende storiche e la tecnica strutturale del manufatto oltre che per la conoscenza del deposito e delle porzioni eventualmente sottostanti.
L’ipotesi - profilatasi al primo affioramento dei resti - di tagliare il conglomerato cementizio a grossi ciottoli e mattoni per rimontarlo altrove è risultata impraticabile non appena si è potuto valutare la massa dei blocchi portati alla luce, anche per l’impossibilità tecnica di evitare estesi sbriciolamenti della struttura nei ristretti spazi operativi disponibili.
E’ comunque prevista la valorizzazione e fruizione pubblica di quanto emerso dagli scavi, sia con la traslazione dei pezzi che non presentano insormontabili problemi di trasloco e conservazione, sia con l’affiancamento a questi di calchi e ricostruzioni tridimensionali basate sul millimetrico rilievo e rimontaggio virtuale delle porzioni di muratura.
Infatti, di concerto con l’Amministrazione Comunale, la Soprintendenza ha comunque in corso un progetto per l’esposizione di parti scelte, calchi e apparati multimediali, che potrebbero trovare una degna collocazione proprio nel sottopasso di Via Mazzini, a lato dei resti conservati del ponte successivo, contribuendo a eliminare quella situazione di incuria e degrado in cui quest’ultimo versa attualmente e restituendo così a Parma un’adeguata e rinnovata consapevolezza sulle caratteristiche e l’evoluzione di questa infrastruttura fondamentale per la città e la viabilità antica lungo la Via Emilia nell’arco di diversi secoli.


Il sopralluogo del 18 luglio 2011 con i rappresentanti del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, del Comune di Parma, di Progetto Ghiaia Srl e della ditta GEA Srl di Parma