La tazza aurea di Montecchio Emilia: un tesoro principesco di 3800 anni fa
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Comunicato e cartella stampa (21/05/2012)

La tazza, con relativo manico, di Montecchio Emilia (XVIII-XVII sec.a.C.)Una straordinaria tazza d'oro, risalente all'Età del Bronzo antico (XVIII-XVII sec. a.C.) è stata rinvenuta nel marzo 2012,  nel corso di un controllo di archeologia preventiva all’interno della cava di inerti “Spalletti”, sui terrazzi di sponda destra dell’Enza tra S. Ilario e Montecchio, in comune di Montecchio Emilia.
Secondo il Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, "al di là dell’eccezionale preziosità del reperto, la tazza d’oro di Montecchio Emilia è un oggetto destinato a cambiare radicalmente diverse idee consolidate sui commerci e sugli scambi nell’Europa di 3800 anni fa."

La zona era già nota e considerata a rischio archeologico negli oltre 5 metri di stratigrafia della cava per la presenza di resti di abitato del Neolitico Finale e dell’età del Rame (IV-III millennio a.C.), di tombe a cremazione in urna di tipo terramaricolo dell’età del Bronzo media-recente (XIV-XIII sec.a.C.), presumibilmente collegate alla presenza nota di una terramara poco più a sud, e di tombe etrusche a fossa dell’età del Ferro.
La tazza è emersa ai margini orientali della zona sottoposta a controllo, in un suolo agricolo d’età storica nella fascia di contatto al margine inferiore del terreno di aratura recente, chiaramente sollevata e parzialmente spostata dall’aratro in tempi non recenti.
Non è emersa alcuna struttura, tomba, cassetta di lastre o altro, cui potesse essere riferita l’originaria collocazione del reperto, che doveva evidentemente essere seppellito in una semplice buca in nuda terra.
La tazza appariva schiacciata già in antico, parzialmente rotta poi dall’aratro con l’asportazione di una piccola parte.

Datazione
La forma della tazza, caratterizzata da un fondo convesso con carena accentuata e pareti concave arcuate, e da una ansa a nastro tra l’orlo e la carena, rimanda a tipologie ben note anche nelle versioni ceramiche, tipiche dell’avanzata antica età del Bronzo europea (Bz A2 – ca 1950-1600 a.C.) e presenti sia nella cultura cisalpina di Polada sia nella cultura mitteleuropea di Aunjetitz/Unetice e nelle facies a questa collegate fino alle coste atlantiche. La tazza può dunque essere agevolmente datata intorno al 1800 a.C., in una fase precedente e di formazione della più nota cultura terramaricola emiliana.

Confronti
I ritrovamenti di tazze come quella di Montecchio sono estremamente rari in Europa per l’altissimo valore intrinseco di questi oggetti fin dall’antichità: di fatto,  il nostro esemplare si può confrontare solo con altri quattro in Europa. Una tazza quasi uguale alla nostra, con ansa e orlo decorato, è stata rinvenuta isolata, all’interno di un vaso in ceramica, a Fritzdorf (Germania, comune di Wachtberg, Rhein-Sieg-Kreis, Land NordReno-Wesfalia) l’11 novembre 1954 dal contadino Heirich Sonntag. Rimessa in forma togliendo gli effetti dello schiacciamento, è oggi conservata nel Landesmuseum di Bonn. Le sue misure, del tutto analoghe alla tazza di Montecchio, sono: altezza cm. 12,1, diam. max. cm. 12,2, spessore medio lamina mm. 1,3, peso 221 g, composizione del metallo circa 79% Au, 19% Ag, 2% Cu.
Una tazza simile era stata trovata a Plumilliau in Bretagna in un tumulo armoricano sconvolto, scavato nel XIX secolo; questo esemplare è da tempo perduto ma le collezioni francesi conservano tutt'oggi il singolare cucchiaio in lamina d’oro ad esso associato nella tomba.
In Inghilterra due tazze coeve, oggi esposte al British Museum, mostrano una tipologia simile ma resa con una forma modellata a costolature orizzontali, anche a causa degli spessori più sottili della lamina. La tazza di Rillaton, alta poco più di 11 cm, fu rinvenuta nel 1837 da operai spietratori in una cista in pietra con i resti di uno scheletro maschile, un pugnale in bronzo ed altro sotto un tumulo di pietre (cairn) della Cornovaglia (Bodmin Moor – Rillaton); rimodellata dopo la scoperta, la coppa ed il pugnale arrivano dal tesoro dei Duchi di Cornovaglia al British Museum nel 1936. Molto simile risulta anche la tazza di Ringlemere, alta nelle attuali condizioni di schiacciamento 14 cm, per un’altezza probabile originaria di poco più di 12. Fu ritrovata nel 2001 in un tumulo al centro dell’henge di Ringlemere (Sandwich – Kent) da cercatori con metal-detector e consegnata per il premio ai sensi del Treasure Act del 1996; il premio d’acquisto fu fissato a 270.000 sterline (circa 400.000 Euro).
Altre tazze in metallo prezioso, sono stata trovate a Eschenz (Svizzera), Gölenkamp (Germania) e nel tumulo di Saint Adrien, in Bretagna (quest'ultima in argento)

Situazione di contesto
Nella cava non sono noti altri elementi strettamente coevi alla tazza, che dunque doveva essere deposta come ripostiglio o offerta votiva, anche se alcuni dati d’archivio (di cui si sta verificando la plausibilità) potrebbero collegare la stessa tazza a un ritrovamento di 13 oggetti d’oro, apparentemente dell’età del Bronzo, avvenuto a Montecchio in seguito a un’aratura il 18 gennaio 1782. I reperti furono poi purtroppo fusi, per cui di essi non resta altro che le fantasiose descrizioni dell’epoca.

Ipotesi ricostruttiva della tazza di Montecchio. Disegno di Marta RapiInterpretazioni
C’è ancora molta discussione tra gli studiosi sul significato da dare a questi ritrovamenti: se in area atlantica oggetti d’oro come questi fanno parte di tombe particolari di capi o sacerdoti, evidentemente come vasellame “liturgico” legato a particolari funzioni o riti, casi come quello di Fritzdorf e Montecchio Emilia potrebbero collegarsi a deposizioni votive piuttosto che a semplici ripostigli di oggetti preziosi occultati per ragioni di sicurezza.

Ricerche in corso
La tazza d’oro di Montecchio Emilia deve ancora rivelare molte cose. L’analisi meticolosa del terreno contenuto (prima di rimuoverlo) potrà chiarire se in origine l’oggetto era stato deposto pieno di liquido o di altri elementi mentre l’analisi metallografica potrà fornire informazioni sull’origine del metallo, sulla tecnica di realizzazione e sulla sequenza di interventi che hanno defunzionalizzato l’oggetto.
Secondo l'esperta Alessandra Giumlia-Mair, che ha effettuato le prime indagini preliminari, l'oro è certamente di origine pluviale, in pepita: poiché le pepite circolavano liberamente, vista la quantità d'oro necessaria alla realizzazione della tazza, è probabile la loro provenienza da più giacimenti diversi. La tazza presenta tracce di abrasivi, lavorazione e lucidatura effettuate dall'artigiano.
Se si troveranno le risorse per sostenere i costi di laboratorio, entro la fine dell’anno si potranno avere i risultati completi. Una volta liberata dalla terra, sarà possibile pesare definitivamente la tazza e verificare l'effettivo  spessore della lamina che al momento sembra un poco più consistente di quello degli altri esemplari transalpini. Si potrà anche procedere allo studio della patina rossa che si è formata per l'alterazione dei metalli non aurei della tazza, delle tecniche di produzione delle varie parti, dei confronti e dei contesti, e alla ricostruzione della forma originaria.

Scheda dello scavo
Denominazione: Cave Spalletti di Montecchio
Tipologia bene scavato: deposizione
Regione: Emilia Romagna
Provincia: Reggio Emilia
Comune: Montecchio Emilia
Localizzazione specifica: Cave Spalletti
Istituto-Ufficio Competente: Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Funzionario di riferimento Marco Podini
Tipologia scavo: Conduzione diretta in applicazione L.163/2006 e procedure analoghe
Finanziamento del committente Gruppo CCPL di Reggio Emilia
Anno di scavo: 2012
Responsabile di cantiere: Cristina Anghinetti (Soc. Abacus di Parma)
Responsabile scientifico: Maria Bernabò Brea
Datazione:Età del Bronzo antico – XVIII-XVII sec. a.C.
Restauto: Micol Siboni, laboratorio di restauro della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna

Bibliografia
J. Briard 1976, Les civilisations de l’âge du bronze en Armorique, in La Préhistoire française, II, Ed. CNRS, Paris, pp. 561-574.
S. Needham, K. Parfitt, G. Varndell 2006, a cura di, The Ringlemere Cup. Precious Cups and the Beginning of the Channel Bronze Age, British Museum Press, London.
R. von Uslar 1955, Der goldbecher bei Fritzdorf bei Bonn, Germania, 33, pp. 319-323.

L'esposizione straordinaria nell'inverno 2012-2013 della tazza d'oro di Montecchio Emilia è stata oggetto di due servizi RAI3 a firma Giorgio Tonelli, con intervista al Direttore Maria Bernabò Brea
(leggi il comunicato stampa del 24 gennaio 2013)