
Proprio le cave e le attività agricole hanno anche consentito nel tempo i maggiori ritrovamenti archeologici, in passato affidati purtroppo solo alla buona volontà e all’esperienza di appassionati e studiosi come Fernando Malavolti, negli ultimi venti anni frutto di un’attività di tutela istituzionale.
Il volume presenta una rassegna dei più importanti ritrovamenti del territorio di Fiorano dal Neolitico, momento in cui questo centro è eponimo di una delle più importanti culture dell’Italia settentrionale, fino al basso Medio Evo e all’età moderna. Vengono pubblicati in modo sistematico sia rinvenimenti in gran parte inediti - come le ville romane di Cameazzo e della Malandrina o la curtis medioevale di Campo Miliacio - sia altri già noti - come la fattoria etrusca di cave S. Lorenzo o la tomba della signora longobarda della Fornace Ape – riesaminati alla luce degli studi più recenti. Alcuni interventi di scavo condotti negli ultimi anni presso il Castello di Spezzano trovano qui una ampia presentazione preliminare.
Il saggio introduttivo di Donato Labate, cui si deve la cura costante e sollecita del volume, lega i diversi interventi in uno schema storico unitario e li inquadra dal punto di vista topografico.