
Gli scavi del complesso conventuale di S. Antonio in Polesine sono stati un importante esempio di riuscita collaborazione tra diverse Soprintendenze del Ministero su un tema, quello dell'archeologia medievale, che deve naturalmente tenere conto delle diverse competenze e sensibilità non solo di chi è preposto alla tutela ma anche di chi ha il difficile compito di coordinare saperi diversi, da quello strettamente archeologico a quello di storia delle architetture e dei beni artistici, a quello archivistico e urbanistico.
Il volume espone il risultato complessivo degli scavi, dipingendo un affresco composito in cui l'analisi tradizionale dei reperti e dei contesti di scavo (compito primario dell'archeologia) si sposa con il loro inserimento nel contesto storico e monumentale del complesso monastico, in un arco cronologico che va dal XIV al XVIII secolo. Vengono così messi in luce aspetti inediti, curiosi e significativi dei livelli di vita della città di Ferrara in alcune fasi cruciali della sua storia, anche da un punto di vista molto particolare quale quello di un convento di monache, alcune delle quali certo appartenenti alle migliori famiglie patrizie prima dello Stato estense e poi di quello Pontificio.