L'analisi della Muggia rappresenta una svolta nel panorama ormai molto ampio
degli studi sulle necropoli di Spina.
L'autrice mette a frutto le più recenti esperienze analizzando un gruppo
specifico all'interno delle oltre 1200 tombe recuperate a Valle Trebba, quello
che comprende le classi di età più giovani, individuate per lo più grazie alle
originarie osservazioni degli scavatori sul campo, ad alcune analisi
paleoantropologiche sui resti ossei nonché sulla base di alcuni reperti
considerati indicativi dell'età infantile o giovanile del defunto.
Per conseguire questo obiettivo la Muggia ha dovuto estendere a tutto campo l'indagine
nella necropoli citata e visionare per quanto possibile anche l'altro complesso
funerario scavato, quello di Valle Pega.
Ne sono risultate molte sorprese rispetto al quadro culturale fino ad ora noto, di
cui si potevano peraltro notare alcuni indizi negli studi più recenti.
Valga ad
esempio la constatazione del perdurare dell'utilizzazione della necropoli
nell'avanzato III secolo a.C., in accordo con i dati dell'abitato.
Lo studio della Muggia rende assai chiaro come sia ormai tempo di mettere mano
all'edizione sistematica -o alla riedizione- delle necropoli di Spina secondo un
piano di lavoro sistematico.