LE ORE E I GIORNI DELLE DONNE
Dalla quotidianità alla sacralità tra VIII e VII secolo a.C.
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Comunicato stampa

Ultim'ora: LA MOSTRA PROSEGUE CON INTERESSANTI NOVITA’
Il 6 gennaio 2008 chiude ufficialmente al Museo Civico Archeologico di Verucchio la mostra “Le ore e i giorni delle donne”. Come la mostra precedente (“Il potere e la morte”, allestita nel 2006) anche questa ha ottenuto un grande successo di pubblico, registrando nel corso dell'anno oltre 11mila presenze.
Per rispondere alle numerose richieste che arrivano da scolaresche e gruppi, si è pensato di mantenere l’allestimento della mostra, sostituendo i prestiti di altri Musei con i reperti più rari e prestigiosi che erano stati esposti nella mostra del 2006.
Nel mese di gennaio dunque si potrà visitare la parte principale del percorso espositivo mentre da febbraio, e per tutto il 2008,  l’allestimento verrà arricchito con le suddette modifiche e con i più interessanti reperti emersi nelle recenti campagne di scavo e già restaurati. Del tutto inedita sarà l’esposizione di un elmo con calotta in bronzo e rivestimento interno in vimini, rinvenuto nel 2005 nella tomba 9 e di cui finalmente è stato concluso il complesso restauro.
Per informazioni ed orari: tel. 0541 670222 (Ufficio IAT Verucchio)

Tazza con ansa a disco figurata: è stata trovata nella Tomba C/1988, Podere LippiLa vita delle donne ricostruita non solo nel suo quotidiano svolgimento, attraverso le attività che normalmente ne occupavano la giornata, ma anche focalizzando aspetti particolari legati al ruolo femminile sia all'interno che al di fuori delle mura domestiche. Questo il tema della mostra "Le ore e i giorni delle donne" allestita al Museo Civico Archeologico di Verucchio a partire dal 14 giugno (inaugurazione alle ore 18, diretta on line su www.raytalk.it)
Dopo l'esposizione "Il Potere e la Morte", che puntava l’attenzione sulla figura maschile, prendendola in esame in relazione alle manifestazioni del potere e del prestigio,  la mostra di quest'anno, dedicata alla complessità del mondo femminile all’interno della società villanoviana, completa il tema delle figure dominanti in questo particolare contesto storico. Protagonista è la figura virtuale di una donna di rango, una domina, che si muove nello spazio-tempo di una giornata ideale. Il mondo muliebre non viene trattato come un microcosmo a se stante, ma come parte essenziale di una realtà più articolata, in relazione agli altri componenti della famiglia e del gruppo sociale di appartenenza. Questa realtà viene osservata con lo sguardo di una donna vissuta tra l’VIII e il VII secolo a.C. e descritta secondo il suo punto di vista; è questo il senso che si intende dare alla mostra, come suggerisce il titolo stesso, “Le ore e i giorni delle donne”.
L’esposizione, centrata sulle testimonianze verucchiesi, culturalmente riferibili al villanoviano romagnolo, allarga lo sguardo anche all’esterno di tale ambito. Materiali significativi dell'età del ferro provenienti sia dall’area padana che da contesti tirrenici e dell'Italia meridionale,  offrono importanti elementi, utili ad integrare ed arricchire il discorso sui vari aspetti della vita femminile. Si tratta in diversi casi di oggetti rinvenuti in scavi di recente realizzazione e pertanto inediti: oggetti che ci è sembrato contribuissero in maniera efficace ad aprire “finestre di luce” sulla vita delle donne in un periodo in cui, pur in un panorama variegato e con fortissime differenziazioni, esistevano probabilmente dei fili sottili ma robusti che legavano l’esperienza femminile. Un sentito ringraziamento va ai colleghi del Naturhistorische Musem di Vienna e delle Soprintendenze per i Beni Archeologici della Toscana, dell'Etruria Meridionale e della Basilicata che ci hanno permesso di esporre materiali eccezionali come il vaso dalla Necropoli di Sopron, gli avori da Marsiliana d’Albegna, i bronzi da Veio, Cerveteri e Montarano, la pisside con tavolette da tessitura da Aianello. 
Non vogliamo proporvi una rassegna di oggetti legati all’argomento scelto, necessariamente non esaustiva, ma puntare sull’esposizione di un limitato numero di pezzi di grande rilievo e qualità, capaci di condurre il visitatore ad “attraversare” il tempo delle donne.
Il percorso ideato si sviluppa fisicamente come un itinerario che, snodandosi in ambientazioni suggestive, passa attraverso i luoghi e i momenti che scandivano la giornata femminile. Ogni sezione della mostra è dunque una “tappa” strutturata come una scenografia; un grande spazio-vetrina, nel quale trovano posto i reperti scelti, ambientati su di uno sfondo grafico che ne suggerisce l’originaria collocazione. Le ricostruzioni ambientali sono realizzate con criteri filologici basati sia sulle conoscenze derivate da fonti letterarie, iconografiche e archeologiche, che su indagini condotte su materiali locali, come ad esempio dati paleo-botanici o analisi archeometriche su manufatti ceramici e metallici.
Le sezioni tematiche sono tre, dedicate rispettivamente alla bellezza, ai lavori domestici e al ruolo sociale della donna; ognuna di queste è a sua volta articolata in diverse sotto-sezioni, ciascuna corrispondente ad un particolare aspetto del tema trattato, esemplificato da materiali di provenienza omogenea.

Prima sezione - Le ore della bellezza
In questo ambiente si ricrea il momento del risveglio mattutino e delle azioni legate alla toletta personale, alla cura del corpo e all’abbigliamento: tutto ciò rientrava nel costume di una donna di rango e contribuiva a costruirne l’immagine e a sottolinearne il prestigio. In questo spazio sono esposti oggetti legati alla toletta femminile, quali nettaunghie, nettaorecchie e pettini, tutti provenienti da Bologna, oggetti di ornamento personale, quali diademi, fermatrecce, orecchini, collane, pendenti, bracciali e anelli, a cui si affiancano accessori funzionali all’abbigliamento, come fibule, bottoni, pettorali, cinturoni ed elementi in materiali preziosi applicati alle vesti, tutti provenienti da Verucchio, e infine oggetti relativi all’abbigliamento.

Pettorale in ambra (scavi Verucchio)
Pettorale in ambra (scavi Verucchio)

Fibula in ambra (scavi Verucchio)
Fibula in ambra (scavi Verucchio)

Cinturone in bronzo con fibbia a disco solare traforato (scavi 2006 Verucchio)
Sopra, cinturone in bronzo con fibbia a disco solare traforato
(scavi Verucchio, 2006)
A destra, un pettine in avorio (scavi Bologna, via Belle Arti, 2005)

Pettine in avorio (scavi 2005 Bologna, via Belle Arti)

Seconda sezione – Le ore dei lavori
Procedendo nella giornata della domina, si prendono poi in esame le attività legate alla gestione dei lavori che all’interno della casa si svolgevano sotto il suo controllo e la sua supervisione; anche in questo caso si è scelto di articolare il percorso in più sotto-sezioni corrispondenti ad altrettante ambientazioni. Accanto al focolare domestico, abbiamo rievocato le attività connesse alla cura dell’alimentazione e alla preparazione dei cibi,  in particolare ricreando l’ambientazione relativa al focolare stesso con alari, fornelli, spiedi, coltelli, vasi contenitori e da fuoco, tutti ricostruiti.

Coppa per banchetto (scavi Verucchio)
Coppa per banchetto (scavi Verucchio)

Rotella da fuso in bronzo (scavi Verucchio)
Rotella da fuso in bronzo (scavi Verucchio)

In questa sezione troviamo la ricostruzione dello spaccato di una capanna con arredi, oggetti da fuoco, cibo e persino il cesto di vimini sulla mensola. Il vasellame da mensa è scelto tra i materiali di Verucchio; l’ambientazione del banchetto è arricchita da un angolo dedicato al vasellame in bronzo (tutto proveniente da Imola, Ponte Santo) che ricrea una sorta di kylikeion.  Un settore di questa sezione è dedicato alla produzione ceramica -un’attività che si svolgeva almeno in parte sotto controllo femminile- illustrando le varie fasi di lavorazione con l'esposizione di strumenti d’uso, alcuni prodotti finiti e scarti di cottura.
Il tema della produzione dei tessuti è introdotto dagli utensili funzionali alla filatura e alla tessitura, quali conocchie, fusi, fusaiole, pesi da telaio e rocchetti, tutti provenienti da Verucchio. Vengono esposte riproduzioni di tessuti antichi rinvenuti nelle sepolture villanoviane di Verucchio, realizzate con tecnica originale, inclusi frammenti di stoffe appartenenti al costume femminile, assieme ad altre, caratteristiche dell’abbigliamento maschile. Accanto a quest’ultima vetrina trova posto la ricostruzione di un telaio.

Terza sezione – Le ore del sacro
L’ultima sezione della mostra propone un tempo diverso da quello dedicato alla cura della persona o della casa, legato piuttosto alle attività rituali della donna. Qui si pone l’accento sull’intima connessione tra la gestione del potere nella vita domestica e la sfera del sacro, due elementi non di rado in stretta relazione all’interno delle società protostoriche. La complessa tematica è evocata da pochi ma estremamente significativi oggetti  esposti nella sala del Museo Archeologico dedicata alla Tomba 89/1972 Lippi, contigua e fisicamente collegata alla Chiesa di S. Agostino.
Che a Verucchio le donne avessero ruoli primari nell'ambito e svolgimento dei culti non è una novità. Il Trono della Tomba 89/1972 è uno straordinario documento che mostra, nella parte bassa, un uomo e una donna di altissimo rango trasportati in corteo, su carri imponenti, verso un luogo recintato e all’aperto dove si svolge un rito, forse un sacrificio, gestito da due sacerdotesse alla presenza di guerrieri armati di elmo e lancia, e nella parte alta numerose donne intente a varie attività, tra cui quella del lavoro su alti e complessi telai.

Il Trono della Tomba 89/1972 Lippi. Particolare dell'intaglio
Il Trono della Tomba 89/1972 Lippi. Particolare dell'intaglio

Sono proprio le scene rappresentate sul trono a introdurre altri due aspetti particolari nella sfera del sacro: il rapporto tra la produzione dei tessuti e il divino, e il legame tra femminile e culti solari.
Sappiamo dalle fonti che la tessitura era un’attività importante per le signore di rango: la produzione di abiti per vestire i simulacri o da dedicare alle divinità era essenziale in molti culti e faceva parte delle attività regolari in molti santuari. La mostra espone il vaso rinvenuto nella tomba 27 della necropoli di Sopron-Varhely (Ungheria), le cui scene di tessitura e filatura  sono state interpretate come attività svolte in ambito sacro. L’oggetto, di grande prestigio, rappresenta un buon termine di confronto ed offre un utile spunto di riflessione in merito al ruolo femminile in ambito cultuale anche nelle coeve testimonianze villanoviane.

Vaso della tomba 27 della necropoli di Sopron-Varhely in Ungheria (Naturhistorisches Musem Wien)
Vaso della tomba 27 della necropoli di Sopron-Varhely in Ungheria (Naturhistorisches Musem Wien)

Il tema dei culti solari è introdotto, ancora una volta, dal Trono: le sette ruote traforate con processioni di anatre o uccelli sul bordo sono il simbolo dell'unione delle forze del cielo (disco solare) con quelle della natura (animali). Questa rappresentazione simbolica ritorna in un'altra tipologia di oggetti, rinvenuti tutti in tombe femminili: una serie di tazze bronzee con ansa sopraelevata. Le tazze, per la loro conformazione, non possono essere utilizzate impugnandone il manico e forse servivano per libagioni. L’ansa ha una terminazione a disco traforato in diverse varianti. Il numero consistente di esemplari rinvenuti nel verucchiese, caratterizzati dalla figura umana al centro del disco e da una serie di piccoli quadrupedi allineati sul margine esterno, paiono esprimere credenze che, come sul trono, legano strettamente la sfera celeste e il mondo naturale.
La sezione dedicata alle ore del sacro è completata da altri oggetti che legano la figura femminile al divino, tra cui due reperti provenienti da Marsiliana d'Albegna (Grosseto), una figurina femminile in avorio e una tavoletta scrittoria in avorio. Questo alfabetario, deposto in una tomba femminile, ci conferma il ruolo di primo piano che le donne avevano in questo periodo nella pratica e nell’insegnamento della scrittura.
Come ha scritto nel catalogo della mostra, edito da Mondadori, la  direttrice del Museo Archeologico e degli scavi di Verucchio, Patrizia von Eles, “la scrittura, che rappresenta forse lo strumento potenzialmente ‘più forte’  per l’esercizio del potere, è in ambito italico, almeno in una fase iniziale, legata al mondo femminile nelle sue più specifiche aree di intervento: la tessitura e la gestione del sacro.  Possiamo fare a meno di chiederci come mai, delle donne che scrivono, gli autori classici sembrino dimenticarsi?”


Frammento di tazza con ansa sopraelevata traforata
 (Verucchio, Tomba 1-2 Le Pegge, 1970)


Alfabetario in avorio
(Marsiliana d'Albegna, Grosseto)

 
Promosso da: Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna e Comune di Verucchio in collaborazione con la Provincia di Rimini
Inaugurazione giovedì 14 giugno alle ore 18, per la diretta online a cura di Raytalk clicca qui
Quando: dal 14 giugno 2007 al 6 gennaio 2008 (prorogata fino alla fine dell'anno)
Orari: dal 1 aprile al 30 settembre
tutti i giorni 9,30-12,30 e 14,30-19,30
  dal 1 ottobre al 31 marzo  
sabato 14,30-18,30
domenica e festivi (tranne Natale e Capodanno) 10-13 e 14,30-18
Per gruppi e scolaresche: aperto tutti i giorni previa prenotazione telefonica allo 0541 670222
Costo biglietto:

Intero: € 5,50
Ridotto: € 4,00 (da 8 a 14 anni; sopra 65 anni; possessori biglietto Rocca Malatestiana di Verucchio)
Ridotti scuole: € 3,00 (comprendente ingresso e percorso didattico guidato a mostra e Museo)
I gruppi di almeno 15 persone possono concordare il costo del biglietto a seconda della visita e del tipo di guida desiderato
N.B. Il costo del biglietto include in ogni caso la visita alla mostra ed al Museo Civico Archeologico

Prenotazione: 0541.670222
Città: Verucchio
Luogo: Museo Civico Archeologico
Indirizzo: Convento di S. Agostino
Provincia: Rimini
Regione: Emilia-Romagna
Informazioni: Ufficio IAT  Verucchio, lunedì-venerdì dalle 9 alle 13, tel. 0541.670222, fax 0541.673266 - iat.verucchio@iper.net
Ufficio Cultura del Comune di Verucchio, tel. 0541 673927 - museoverucchio@yahoo.it