FESTIVAL DI TEATRO ANTICO DI VELEIA (EDIZIONE 2015)
Tra stelle dello spettacolo e stelle del cielo. Quattro serate gratuite nel foro di Veleia
16, 21, 24 e 29 luglio 2015, ore 21,30
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Festival di Teatro antico nella Veleia Romana 2015
Direzione artistica Paola Pedrazzini

Isabella Ferrari, Piergiorgio Odifreddi, Stefania Sandrelli e Giancarlo Giannini: quattro stelle per il consueto appuntamento con il teatro antico nella meravigliosa cornice dell'area archeologica di Veleia

Ingresso libero e gratuito a tutti gli spettacoli

poster del Festival di Teatro AnticoArea archeologica di Veleia
Strada Provinciale 14, località Veleia Romana
Lugagnano Val d'Arda (PC)
tel. (+39) 0523 807113

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Info: Associazione Cavaliere Azzurro  tel. 0523 769292 - 331 1466809 
info@veleiateatro.com  www.veleiateatro.com
Comune di Lugagnano  tel. 0523 891232 - 0523 891208

Tutti gli spettacoli si tengono nell’Area Archeologica Nazionale di Veleia. In caso di maltempo sul sito www.veleiateatro.com   saranno indicati gli aggiornamenti sull’agibilità dello spettacolo

DOPO TEATRO ENOGASTRONOMICO
Al termine di ogni spettacolo, il salumificio La Rocca di Castell’Arquato, l’azienda agricola Pier Luigi Magnelli, l'Associazione Viticoltori Val Chiavenna e Tollara Vini offrono al pubblico e agli artisti una degustazione di vini e salumi piacentini

Il comune di Lugagnano Val d’Arda, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Provincia di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Camera di Commercio e Gruppo Iren, e il supporto di importanti aziende del territorio (Steriltom, Avion, Bopel, Vanessa Pentair, Gas Sales, Dimora d’epoca Torre del Borgo) promuove l’edizione 2015 del Festival di Teatro Antico di Veleia Romana, con la direzione artistica di Paola Pedrazzini.

Torna l’appuntamento estivo con il Teatro Antico nella meravigliosa cornice dell’area archeologica di Veleia. Qui, nel palcoscenico del foro romano, si rinnova la dimensione -mutuata dall’esperienza più profonda del teatro greco- del rito civile di una comunità riunita per rivivere, attraverso la scena, i miti che appartengono a un passato collettivo.
Miti classici che l'esclusiva edizione 2015 del festival affida alla sensibilità artistica e interpretativa di altri “miti”  moderni e viventi come Stefania Sandrelli, Giancarlo Giannini o Isabella Ferrari, grandi star che appartengono alla storia collettiva del grande cinema italiano.
La poesia e il mito greco, ovvero le radici e l’essenza stessa della comune cultura e civiltà occidentale, sono affrontati attraverso due doppi percorsi letterari che si articolano a chiasmo: il dittico sul più grande poema di tutti i tempi, l’Odissea, la cui rivisitazione è affidata a Piergiorgio Odifreddi (il 21 luglio) e a Giancarlo Giannini (il 29) e il dittico su Ghiannis Ritsos, uno dei più importanti poeti greci del ventesimo secolo, di cui sono presentate, nella bellissima traduzione di Nicola Crocetti, Fedra (il 16 luglio) ed Elena (il 24), a cui prestano voce, rispettivamente, Isabella Ferrari e Stefania Sandrelli.
Un cartellone d’eccezione composto da appuntamenti preziosi, per la maggior parte creati in esclusiva per il festival.

PROGRAMMA

Giovedì 16 luglio, ore 21.30
ISABELLA FERRARI
in
Fedra
di Ghiannis Ritsos
Regia di Vittoria Bellingeri
Musica eseguita dal vivo da Georgia Priviteira (violino)

Martedì 21 luglio, ore 21.30
PIERGIORGIO ODIFREDDI
in
Odissea – un racconto mediterraneo
(Canto XII) - Il problema dei buoi di Archimede
Progetto e regia di Sergio Maifredi

Venerdì 24 luglio, ore 21.30
STEFANIA SANDRELLI
in
Elena
di Ghiannis Ritsos
Regia di Giovanni Soldati
Musica eseguita dal vivo al pianoforte dal M°. Guido Scano

Mercoledì 29 luglio, ore 21.30
GIANCARLO GIANNINI
in
Il mio nome è Nessuno
Da Omero
Musica eseguita dal vivo da Gianni Cuciniello (violoncello) e Roberta Procaccini (arpa celtica)

Ingresso libero e gratuito a tutti gli spettacoli

SCHEDE ARTISTICHE

Giovedì 16 luglio, ore 21.30  - ISABELLA FERRARI in Fedra di Ghiannis Ritsos
Regia di Vittoria Bellingeri, Musica eseguita dal vivo da Georgia Priviteira (violino)
L’apertura del festival è affidata ad una delle più affascinanti e impegnate interpreti del cinema italiano (diretta da Risi, Scola, Ozpetek, Sorrentino…) con un amore per il teatro (da Cristina Comencini ai recital di Marco Travaglio), l’intensa Isabella Ferrari.
Sarà lei a dar voce e volto alla confessione dell’amore impossibile di Fedra per il figliastro Ippolito, in uno struggente monologo dove eros, tenerezza, tormento, quotidianità… si mescolano nel flusso di coscienza della protagonista.
Bellissima rilettura moderna del greco Ritsos di una delle figure femminili più totalizzanti della tragedia greca nell’appassionata interpretazione di Isabella Ferrari.

Fedra di Ghiannis Ritsos
Ghiannis Ritsos (il più grande poeta greco del XIX secolo insieme a Kavafis, più volte candidato al premio Nobel) è l’autore novecentesco che più di ogni altro ha saputo rileggere i grandi personaggi tragici della Grecia classica, rielaborandoli in chiave moderna senza perderne l’essenza, l’anima originaria.
Così ha fatto con Fedra, una delle eroine tragiche femminili più struggenti.
Nel mito greco Fedra (il cui nome significa “La luminosa”) è la figlia di Minosse e di Pasifae, sorella di Arianna e del Minotauro. Nella sua stirpe (che è quella di Circe e di Medea) le figure femminili sono associate ad un destino di amori “mostruosi”, perversi, infelici…
Lei, cretese, viene data in sposa all’eroe greco Teseo che la porta ad Atene dove lei si innamora perdutamente del figliastro Ippolito (che Teseo ha avuto da un’Amazzone).
Euripide nell’Ippolito ne racconta la vicenda tragica: Fedra, dopo essersi tormentata in questo desiderio incestuoso, su consiglio della nutrice e per suo tramite, si dichiara ad Ippolito che sdegnato la respinge.
Fedra così, respinta, di impicca ma prima di morire lascia un messaggio scritto per lo sposo in cui accusa Ippolito di tentata violenza (causando così l’ira di Teseo che invoca la vendetta degli dei contro il figlio che così, per mano divina, muore).
Dopo Euripide, i tanti drammaturghi (da Seneca a D’Annunzio) che, sedotti dal mito di Fedra, le hanno dedicato un’opera, si sono concentrati su di lei, sul suo eros proibito, sulla sua psicologia.
Ritsos è uno di questi. Nel suo poemetto immagina una Fedra moderna (che fuma, sente il traffico di Atene e il rumore del frigorifero…), che mantiene dentro di sé la sua profonda origine cretese (la natura selvaggia che la avvicina al selvaggio Ippolito più che al greco razionale Teseo, la natura estrema dei sentimenti, il desiderio di andare fino in fondo…).
E immagina la dichiarazione d’amore di Fedra ad Ippolito (quella dichiarazione diretta che manca nella tragedia euripidea perché non rientrava nei canoni morali della Grecia del quinto secolo che una donna si dichiarasse apertamente a un uomo, tanto che a dirlo a Ippolito è la nutrice).
La dichiarazione della Fedra di Ritsos è una confessione che si svela gradualmente, desiderata ma trattenuta, sofferta, dilazionata con allusioni, rimandi, dichiarazioni indirette fino allo svelamento finale… Quasi un’autoterapia… per tirar fuori tutto il tormento vissuto, il mal d’amore che infine ora divenuto insopportabile la spinge alla confessione all’amato.

Isabella Ferrari
Piacentina (originaria di Gropparello), dopo gli esordi al cinema in commedie di grande successo - come Sapore di mare di Carlo Vanzina prima e Willy Signori e vengo da lontano di Francesco Nuti poi - si affaccia al cinema d’autore, interpretando il primo ruolo drammatico di un certo impegno e da protagonista in Appuntamento a Liverpool di Marco Tullio Giordana e arrivando ad ottenere la coppa Volpi a Venezia per Il romanzo di un giovane povero (1995) di Ettore Scola. Dopo una fortunata parentesi televisiva con Distretto di polizia ritorna al grande cinema diretta da Carlo Mazzacurati (nella commedia amara La lingua del santo), dal marito Renato De Maria (in Amatemi), da Ferzan Ozpetek (in Saturno contro e in Un giorno perfetto che le è valso il premio Pasinetti alla miglior attrice alla Mostra del Cinema di Venezia) e da Antonello Grimaldi in Caos calmo al fianco di Nanni Moretti (con cui gira la celebra scena di sesso divenuta cult). L’interpretazione di E la chiamano estate di Paolo Franchi le vale il Marc'Aurelio d'argento come miglior attrice. Nel 2013 è nel cast del film Premio Oscar La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino (interpretazione per la quale vince il Nastro speciale d’argento) e nel 2014 è ancora diretta dal marito De Maria in La vita oscena presentato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Orizzonti.
L’amore per il teatro la spinge a calcare le tavole del palcoscenico per esempio diretta da Cristina Comencini in Due partite o al fianco di Marco Travaglio in recital di impegno civile.

Martedì 21 luglio, ore 21.30  -  PIERGIORGIO ODIFREDDI  in  Odissea – un racconto mediterraneo (Canto XII) - Il problema dei buoi di Archimede
Progetto e regia di Sergio Maifredi
Dopo la prestigiosa carriera accademica (tra Usa e Torino), i successi editoriali, le importanti ricerche scientifiche nel campo della logica, Piergiorgio Odifreddi affronta Omero. E lo fa alla sua maniera, guidandoci tra paradossi e rompicapi (dalla Verità all'Infinito) che hanno ossessionato gli antichi e i moderni.
Con gli strumenti della logica (lo studio del logos, vale a dire del pensiero e del linguaggio) ma anche dell’ironia, Odifreddi - il matematico più conosciuto, amato, controverso e premiato d’Italia - smaschera le menzogne di Ulisse in uno spettacolo esilarante, fornendoci inedite chiavi di lettura dell’Odissea e del mondo antico.

Piergiorgio Odifreddi
Piemontese, si è laureato con lode in logica a Torino, quindi si è specializzato negli Stati Uniti e nell'Unione Sovietica (dove, come narrato nel capitolo Una spia che andò al fresco del libro La repubblica dei numeri, fu trattenuto per alcuni mesi insieme ad altri due italiani).
Ha insegnato logica all’Università di Torino, è stato visiting professor presso le università di Stati Uniti, Australia, Cina, Brasile…
Il suo principale campo di ricerca è stata la teoria della calcolabilità, branca della logica matematica su cui ha pubblicato testi di riferimento.
Oltre all'attività accademica, ha intrapreso un'attività divulgativa, con collaborazioni a vari giornali e riviste come La Stampa, la Repubblica, L'espresso e Le Scienze (per le quali tiene una rubrica dal titolo Il matematico impertinente) e con una fortunata e vasta attività saggistica che mira a mostrare la pervasività della scienza e della matematica nella cultura umanistica.
Su proposta del Presidente della Repubblica nel 2005 è stato nominato Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica e moltissimi sono i premi di cui è stato insignito (come il Premio Galileo da lui vinto per due volte).

Venerdì 24 luglio, ore 21.30  -  STEFANIA SANDRELLI  in  Elena  di Ghiannis Ritsos
Regia di Giovanni Soldati, Musica eseguita dal vivo al pianoforte dal M°. Guido Scano
La donna più bella del mondo, Elena. Chi potrebbe impersonarla meglio di Stefania Sandrelli, icona del nostro cinema, simbolo della femminilità e dell’erotismo made in Italy (pluripremiata e consacrata da oltre centoventi film tra cui capolavori come Divorzio all’italiana di Germi o C’eravamo tanto amati di Scola…)?
E’ a maggior ragione una scelta di grande maturità artistica quella della Sandrelli che oggi, attrice impegnata e consapevole, dà voce non all’Elena omerica, ma alla versione più grottescamente e visionariamente saggia in cui l’ha fissata Ritsos: una creatura che, alla fine della sua vita, non si crogiola nel ricordo della propria bellezza ma anzi ne scorge la futilità.

Elena di Ghiannis Ritsos
Elena, moglie del greco Menelao era la donna più bella del mondo che Afrodite aveva promesso al troiano Paride se lui l'avesse eletta la più bella fra le dee. A causa sua scoppia la guerra di Troia, perché i greci volevano riprenderla indietro, mentre Paride la tratteneva in Asia Minore.
Ritsos immagina Elena, la donna più bella del mondo, da vecchia, pluricentenaria (“dovremo invecchiare molto prima di diventare giusti, il sereno distacco nei giudizi quando non avremo null'altro”). I segni della sua antica bellezza si sono dissolti, il corpo è in disfacimento. Vive in una stanza decrepita disseminata di oggetti che risvegliano la sua memoria, a tratti confusa, con struggenti momenti di ricordo, che rianimano il suo passato glorioso e felice.
E’ ormai trascorso tanto tempo dalle rivalità e le passioni si sono inaridite.
Per Ritsos Elena personifica la convinzione che qualcosa si salva sempre da un naufragio, dalla distruzione totale: “là dove qualcuno resiste ancora senza speranza, forse lì rivive la storia come la chiamiamo noi e le bellezze umane, su quei tripodi in cui arde un po' d'alloro e il fumo sale sfilacciandosi come il vello d'oro”.

Stefania Sandrelli
Originaria di Viareggio, entra nel mondo del cinema giovanissima a 15 anni, ottenendo da subito grande successo nel film Il federale diretto da Salce e soprattutto nei due capolavori della commedia all'italiana di Pietro Germi Divorzio all’italiana e Sedotta e abbandonata che la fanno diventare una star a neanche vent’anni. Dopo aver girato un altro grande film, Io la conoscevo bene, diretta da Antonio Pietrangeli, ottiene la consacrazione grazie a Bernardo Bertolucci - con cui gira Il conformista e il kolossal Novecento – e a Ettore Scola che la sceglie per il film cult C’eravamo tanto amati. Lavora anche all’estero e nell'ultimo film di Germi Alfredo Alfredo duetta con Dustin Hoffman. Lo humour e leggerezza della sua recitazione le permettono di farsi valere poi anche in altri generi cinematografici come testimoniano gli esilaranti episodi di cui è protagonista in Quelle strane occasioni, Dove vai in vacanza? e L’ingorgo di Luigi Comencini. Dopo La terrazza, di nuovo diretta da Scola, Stefania è protagonista di un breve ciclo erotico di pellicole in cui emerge tutta la sua carica di sensualità e che la consacrano come icona femminile come La chiave di Tinto Brass e L’attenzione di Giovanni Soldati. Continua quindi il suo percorso nel grande cinema d’autore italiano con Bertolucci (in Segreti segreti e Io ballo da sola), Scola (La famiglia e La cena), Francesca Archibugi (Mignon è partita) e più recentemente con Gabriele Muccino (L’ultimo bacio), Ferzan Ozpetek (Un giorno perfetto), Paolo Virzì (La prima cosa bella). Al cinema intervalla di tanto in tanto l’impegno in fortunate fiction tv (Il maresciallo Rocca, Il bello delle donne, Una grande famiglia…) e in teatro con pochi preziosi e scelti lavori.
Protagonista assoluta del cinema italiano, nel corso della sua carriera ha ricevuto moltissimi premi, tra cui tre David di Donatello, sei Nastri d’argento, il Leone d’oro alla carriera nel corso della 62° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il titolo di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres, all’ambasciata ambasciata francese in Italia.

Mercoledì 29 luglio, ore 21.30  -  GIANCARLO GIANNINI  in  Il mio nome è Nessuno 
Da Omero, Musica eseguita dal vivo da Gianni Cuciniello (violoncello) e Roberta Procaccini (arpa celtica)
Narrami, o musa, dell'eroe multiforme, che tanto vagò, dopo che distrusse la Rocca sacra di Troia… I versi immortali del più classico dei classici, l’Odissea, prenderanno corpo attraverso la voce italiana di Al Pacino e di Jack Nicholson. Sarà infatti Giancarlo Giannini, star internazionale (diretto da Coppola, Ridley Scott, Scola, Visconti, Zeffirelli e naturalmente Lina Wertmuller che lo ha consacrato in film cult come Pasqualino Settebellezze o Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto) a guidarci sulla spiaggia di Nausicaa, nell’antro del ciclope Polifemo, nella casa di Circe e poi giù nell’Ade fino alla meta, Itaca, nell’esclusivo imperdibile appuntamento di chiusura del Festival.

Giancarlo Giannini
Ligure d’origine, Giannini si trasferisce poi a Roma dove si diploma all’Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, debuttando in teatro con Patroni Griffi e poi con Franco Zeffirelli, che lo volle nel suo Romeo e Giulietta (acclamato anche all’Old Vic di Londra) e nell'adattamento teatrale de La lupa accanto ad Anna Magnani.
Raggiunta una grandissima notorietà anche popolare, soprattutto dopo i successi di miniserie Rai come David Copperfield e E le stelle stanno a guardare (con Annamaria Guarnirei e Orso Maria Guerrini), consacrato per la sua bellezza tenebrosa oltre che per il suo indiscusso talento, dagli anni Settanta ad oggi è conteso dai grandi nomi del cinema d’autore italiano come Lina Wertmuller, Ettore Scola (Dramma della gelosia con Monica Vitti e Marcello Mastroianni), Bolognini, Risi, Lattuada, Luchino Visconti (che lo vuole come protagonista de L’Innocente di D'Annunzio accanto a Laura Antonelli), Monicelli, Tinto Brass, Giuliano Montaldo, Carlo Lizzani, Cristina Comencini, i fratelli Taviani, Pupi Avati…
Sono in particolare le opere in cui è diretto da Lina Wertmuller che lo consacrano in coppia con un’altrettanto strepitosa Mariangela Melato: Mimì Metallurgico ferito nell’onore (che gli fa vincere, nel ruolo di un esilarante operaio meridionale, sia il David di Donatello che il Nastro d'Argento come miglior attore), Film d’amore e d’anarchia (interpretazione che gli vale la Palma d'Oro a Cannes come miglior attore); Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (in cui crea il personaggio divenuto cult del “signor Garrunchio” con la celebre “Bottana industriale”), di cui Madonna volle in seguito girare il remake, con il figlio di Giannini, Adriano; Pasqualino Settebellezze (per il quale riceve una nomination all'Oscar)…
Il successo internazionale delle pellicole da lui interpretate lo porta al successo anche negli Usa dove è stato diretto tra gli altri da Francis Ford Coppola in New York Stories, da Arau in Il profumo del mosto selvatico, da Ridley Scott in Hannibal (che gli è valso il Nastro d'argento come miglior attore non protagonista), da Campbell in Casino Royale e da Forster in Quantum of Solace della saga di James Bond. Il legame con il cinema americano è anche connesso al suo impegno nel doppiaggio: è sua la voce italiana di grandi divi come Al Pacino (vince il Nastro d'Argento come miglior doppiatore maschile proprio per Carlito’s way), Jack Nicholson (lo stesso Stanley Kubrick lodò il suo doppiaggio nel film Shining), Michael Douglas, Dustin Hoffman, Mel Gibson, Jeremy Irons, Ryan O’Neal…

INFORMAZIONI
Inizio spettacoli: ore 21.30  - Ingresso libero e gratuito a tutti gli spettacoli
Info: Associazione Cavaliere Azzurro  tel. 0523 769292 -  3311466809  info@veleiateatro.com  www.veleiateatro.com
Comune di Lugagnano  tel. 0523 891232 - 0523 891208

Tutti gli spettacoli si tengono nella magnifica cornice dell’Area Archeologica Nazionale di Veleia Romana
In caso di maltempo sul sito web e su fb saranno indicati gli aggiornamenti sull’agibilità dello spettacolo
www.veleiateatro.com

DOPO TEATRO ENOGASTRONOMICO
Al termine di ogni spettacolo, il salumificio La Rocca di Castell’Arquato, l’azienda agricola Pier Luigi Magnelli, l'Associazione Viticoltori Val Chiavenna e Tollara Vini offriranno al pubblico e agli artisti una degustazione di vini e salumi piacentini.

PREMIO FESTIVAL DI TEATRO ANTICO DI VELEIA ROMANA
In esclusiva per il Festival di Teatro Antico di Veleia il Maestro Sergio Brizzolesi realizza un premio dedicato ai protagonisti della scena veleiate.
L’opera è un bassorilievo in terracotta che rappresenta un dettaglio del foro, già presente sul basamento istoriato della statua di Sant’Antonino realizzata dallo scultore per Piazzale Genova a Piacenza.
Sergio Brizzolesi, piacentino, formatosi all'Istituto Gazzola di Piacenza e all'Accademia di Brera a Milano, ha esposto in Italia e all’estero, ottenendo significativi riconoscimenti. Ha realizzato molte opere pubbliche che impreziosiscono città italiane (Milano, Cremona, Como, Piacenza, Reggio Emilia…) e straniere (Caracas, Boston, Berlino, San Francisco, Rabat…), il re del Marocco gli ha commissionato ritratti in bronzo e lo stemma reale. Sue sculture sono oggi anche alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi. Storici dell’arte come Ferdinando Arisi e Stefano Fugazza e critici come Ennio Concarotti, Nello Bagarotti e Giorgio Seveso hanno scritto di lui.

La Terracotta firmata da Brizzolesi, premio Festival di Teatro Antico di Veleia Romana
La Terracotta firmata da Brizzolesi, premio Festival di Teatro Antico di Veleia Romana


Il foro romano di Veleia, sede degli spettacoli teatraliPortare il teatro nei luoghi della Storia, sfruttando la suggestione della scenografia naturale nell'assoluto rispetto del sito archeologico e dei suoi monumenti.
Con questo spirito la Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna celebra anche quest'anno il matrimonio tra archeologia e teatro nella cornice del foro del municipium romano di Veleia. Luogo iconico per eccellenza, lo stesso dove si svolgevano gli spettacoli anche duemila anni fa.
Nel riproporre l'antica consuetudine nella piazza che Lucio Lucilio Prisco, uno dei due massimi magistrati locali, pavimentò con lastre d'arenaria ai tempi d'Augusto, tra monumenti onorari e vetuste architetture, noi vogliamo che la città non sia solo un suggestivo fondale, ma si animi e riviva per quel miracolo che ogni genere letterario ha da sempre il potere dì compiere.
Continuando una tradizione ormai consolidata, il teatro a Veleia –realizzato con la collaborazione del Direttore dell'area archeologica, Daniela Locatelli- consente di rivivere l'antica consuetudine degli spettacoli pubblici, con cittadini e attori immersi in uno scenario fuori dal tempo dove la bellezza della natura si sposa al fascino dell'antica città romana.


A Veleia gli spettacoli si rappresentavano nel foro. Uno spaccato della vita pubblica veleiate è offerto dalla stele del Venator: in marmo lunense, con iscrizione dedicatoria sul retro e figura di gladiatore che affronta le fiere sul davanti, il monumento ricorda gli spettacoli gladiatori che si tenevano a Veleia in età imperiale. In mancanza di un edificio idoneo (il cosiddetto “anfiteatro” è frutto di una ricostruzione interpretativa moderna) i giochi si tenevano probabilmente nel foro stesso, luogo in cui la stele fu rinvenuta nel 1760.

L(ucio) Sulpicio
L(ucii) filio Gal(eria) Nepoti
Flam(ini) divi Hadriani
Augustae
Iudic(i) ex (quinque) dec(uriis)
(duo)vir(o) Aug(ustae)
(duo)viro Plac(entiae)
Euthales lib(ertus)
Patrono r(ei) p(ublicae)
D(ecurionum) d(ecreto)

A Lucio Sulpicio
Nepote, figlio di Lucio, della tribù Galeria,
flamine del divo Adriano
a (Veleia) Augusta,
giudice per cinque decurie,
duoviro a (Veleia) Augusta,
duoviro a Piacenza,
il liberto Euthales
al patrono della comunità
con decreto dei Decurioni

La dedica è rivolta a un eminente personaggio locale, Lucio Sulpicio Nepote, da un suo liberto gladiatore, Euthales.
Oggetto della dedica è il monumento stesso su cui la figura del venator -rappresentato sul podio armato di asta da caccia (venabulum) e frusta (flagellum)- allude agli spettacoli di caccia alle fiere (venationes) a cui partecipò e che organizzò, con il permesso del senato locale,  lo stesso Euthales.
Il personaggio veste una corta tunica su cui indossa una placca di cuoio protettiva (cardiophylax) e una cintura (balteus), decorate con motivi apotropaici; le gambe sono protette da bende di stoffa e cuoio, mentre i piedi, calzati, hanno le dita libere.

Un esempio della decorazione musiva che ornava i pavimenti degli edifici, non solo pubblici, ma anche privati, è il mosaico policromo con maschera teatrale, proveniente dall’estremo quartiere abitativo occidentale ed esposto nell'Antiquarium di Veleia. Del pavimento musivo in opus signinum (cocciopesto), di età augustea, rimane soltanto l’emblema (la parte centrale) che presenta, all’interno di una cornice geometrica articolata su più fasce, una maschera femminile, motivo con valenze apotropaiche comune tra i mosaici di età romana.

Mosaico policromo con maschera teatrale, pertinente ad una casa privata di Veleia


Promosso da:

Comune di Lugagnano Val d’Arda e Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Provincia di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Camera di Commercio e Gruppo Iren, e il supporto di importanti aziende del territorio (Steriltom, Avion, Bopel, Vanessa Pentair, Gas Sales, Dimora d’epoca Torre del Borgo)

Città: Lugagnano Val D'Arda
Luogo: Foro della città romana di Veleia
Indirizzo: Strada Provinciale 14, località Veleia Romana
Provincia: Piacenza
Regione: Emilia-Romagna
Info Veleia: 0523 807113

Editing di Carla Conti