ABITAVANO FUORI PORTA.  GENTE DI PIACENZA ROMANA
mostra
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Nella primavera del 2007, in Via Venturini, nella zona sud della città di Piacenza, durante lo scavo di alcuni garage interrati fu intercettata una piccola necropoli di età romana.
La mostra "Abitavano fuori porta. Gente della Piacenza romana” presenta ora al pubblico i corredi di cinque di quelle tredici tombe, una sessantina di oggetti che, dopo un accurato restauro, offrono un interessante panorama di oggetti d’uso quotidiano tra l’inizio del I secolo d.C. e i primi anni del seguente: suppellettili da mensa, lucerne, anfore, vetri, manufatti in osso e ferro. Sono le offerte che i parenti gettarono sulla pira insieme alla salma o che lasciarono nella sepoltura al defunto per le necessità della vita ultramondana.


 Vasellame in ceramica, lucerne e balsamari da corredi tombali

“Abitavano fuori porta. Gente della Piacenza romana”

Mostra archeologica promossa dal Comune di Piacenza in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, con il contributo del Lions Club Piacenza Il Farnese e della Fondazione Piacenza e Vigevano

Musei Civici di Palazzo Farnese, Museo Archeologico
Piazza Cittadella
da venerdì 15 aprile a lunedì 31 dicembre 2012 (prorogata a tempo indeterminato)
martedì-giovedì 9.00-13.00; venerdì-sabato 9.00-13.00 e 15.00-18.00; domenica 9.30-13.00 e 15.00-18.00
(orari indicativi, vi invitiamo a verificarli al Museo Archeologico di Palazzo Farnese)
ingresso intero € 3,00 - ridotto € 2,50

info 0523.492658

La necropoli di Via Venturini
Nella primavera 2007, in Via Venturini a Piacenza, sono stati condotti scavi archeologici preliminari alla costruzione di una serie di garage interrati, scavi eseguiti sotto la direzione scientifica di Daniela Locatelli, archeologa della Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna. Le indagini archeologiche hanno portato in luce 13 sepolture distribuite senza ordine in un’area ristretta di un centinaio di metri quadri.
La zona, collocata circa 800 m a sud delle mura urbiche, in epoca romana si trovava incuneata tra le due strade che puntavano verso la riva destra del Trebbia, uscendo dalla città per le odierne Corso Vittorio Emanuele e Via Beverora.
Il rito pressoché esclusivo riscontrato nelle sepolture è quello della cremazione, sia indiretta che diretta.
Le tombe erano costituite per lo più da una semplice fossa, solo in tre casi dotata di una struttura perimetrale in laterizio, e in altre cinque segnalata da un anfora.
Bicchiere dal corredo della Tomba 2I corredi sono composti in prevalenza da vasellame in ceramica a vernice nera, pareti sottili, sigillata, ceramica depurata e comune. In associazione si trovano spesso lucerne e balsamari. Tra gli oggetti d’uso quotidiano sono stati deposti strigili e spilloni in osso oltre ad uno strigile in ferro.
La posizione stratigrafica e i dati emersi dall’analisi dei corredi (al momento solo parziale) individuano almeno due fasi di utilizzo della necropoli che coprono un arco cronologico di circa un secolo, tra l’età augustea e i primi decenni del II secolo d.C. La mostra espone le tombe più antiche, datate nell’insieme al periodo giulio-claudio, e una fra le tombe di II secolo.
Nella necropoli erano sepolti individui giovani, adulti e maturi di entrambi i sessi, presumibilmente appartenenti a un gruppo umano legato da rapporti di parentela o di affinità sociale. Si potrebbe pensare a una famiglia di piccoli proprietari terrieri oppure a servi di un dominus che possedeva una villa suburbana nelle vicinanze.

I corredi
Nella composizione dei corredi di età giulio-claudia si nota una certa omogeneità qualitativa. In tutti compare una dotazione, più o meno ricca, di ceramica da mensa per il rituale del banchetto funebre in funzione di offerta primaria bruciata con il defunto; sono rappresentati sia recipienti potori come bicchieri, ollette e piccole coppe, sia coppe di formato maggiore e piatti per il consumo di cibi solidi. Costante è anche la presenza in più esemplari di balsamari in vetro, sia gettati sulla pira al momento della cremazione sia usati per spargere unguenti e profumi sulle ceneri
Altre categorie di oggetti, sempre legate a pratiche cerimoniali, ricorrono invece occasionalmente: si tratta di olpi, strumento principe nelle libagioni di vino effettuate d’abitudine per lavare le ossa dopo il rogo, di vasi su alto piede, definiti tradizionalmente incensieri, e di un piattello di ridottissime dimensioni. Altrettanto saltuaria è la presenza di contenitori da conserva, un’olla e due anfore.
Tra gli oggetti a specifica valenza simbolica compaiono di frequente le lucerne, con il duplice significato di rischiarare le tenebre della morte o viceversa, se capovolte, di alludere allo spegnersi della vita. In una sola tomba è testimoniata la moneta offerta per pagare a Caronte il pedaggio per il viaggio ultramondano.

  
Due lucerne a volute rinvenute nella Tomba 12

Isolata è anche la deposizione di strumenti che richiamano azioni abituali nella vita quotidiana, nel caso specifico la filatura (fusi) o il gioco (una pedina) oppure impiegati nell’igiene personale e per l’adorno: uno strigile, usato per detergere il corpo dall’olio dopo il bagno, e spilloni per l’acconciatura.
Tra gli elementi che, in via del tutto ipotetica considerato il ridotto campione disponibile, sembrano rapportarsi con il genere dei defunti sono le olpi che risultano associate solo a maschi adulti.
Per il II secolo si nota una riduzione quantitativa delle offerte e la loro funzione di corredo secondario non toccato dal rogo. Due soli vasi restano a memoria del banchetto funebre: il bicchiere, ora non più di ceramica ma di vetro, ed una grande coppa decorata. Indicano il sesso del sepolto gli spilloni in osso, mentre la simbologia funeraria è lasciata esclusivamente alle lucerne.

La mostra è stata presentata venerdì 15 aprile alle ore 17,30 nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese;
a seguire, inaugurazione dell’esposizione nel Museo Archeologico di Piacenza

Promosso da:

Comune di Piacenza e Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, con il contributo del Lions Club Piacenza Il Farnese e della Fondazione Piacenza e Vigevano

Città: Piacenza
Quando: da venerdì 15 aprile a lunedì 31 dicembre 2012 (prorogata rispetto al 31 dicembre 2011)
Luogo: Museo Archeologico (nell'ambito dei Musei Civici di Palazzo Farnese)
Indirizzo: Piazza Cittadella
Orari: martedì-giovedì 9.00-13.00
venerdì-sabato 9.00-13.00 e 15.00-18.00
domenica 9.30-13.00 e 15.00-18.00
Ingresso: intero € 3,00
ridotto € 2,50
Provincia: Piacenza
Regione: Emilia-Romagna
Telefono: biglietteria 0523.492658
Website: www.musei.piacenza.it
   

informazioni di Annamaria Carini (Funzionario archeologo dei Musei Civici di Palazzo Farnese) e Daniela Locatelli (Archeologa della Soprintendenza Beni Archeologici Emilia-Romagna)

editing Carla Conti