MUTINA OLTRE LE MURA
Recenti scoperte archeologiche sulla via Emilia
mostra
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Ricostruzione del monumento funerario con fregi di Modena. Disegno di Maria Agnese Mignani (SBAER)Una vetrina delle più recenti scoperte archeologiche avvenute lungo la via Emilia, a est e a ovest della città di Modena, dagli scavi del santuario preromano di Cittanova ai rinvenimenti della ricca necropoli orientale di MVTINA.
Questo il tema della mostra "Mutina oltre le mura. Recenti scoperte archeologiche sulla via Emilia" allestita nel Lapidario Romano dei Musei Civici di Modena fino al 27 giugno 2010 con ingresso gratuito.
In occasione dell'inaugurazione, domenica 20 dicembre 2009, alle ore 11, sarà distribuito il calendario 2010, cui seguirà un brindisi augurale

da domenica 20 dicembre 2009 a domenica 27 giugno 2010

MUTINA OLTRE LE MURA
Recenti scoperte archeologiche sulla via Emilia

MODENA, Lapidario Romano dei Musei Civici
Palazzo dei Musei in Viale Vittorio Veneto n. 5
Aperta tutti i giorni dalle 8.30 alle 19
Ingresso gratuito
Per info 059.2033100 - 059.2033125

Fulcro dell'esposizione è l'imponente fregio architettonico che decorava l'architrave di un edificio funerario alto oltre 12 metri, rinvenuto nel dicembre 2007 nel corso di scavi archeologici a margine della via Emilia Est.
Il rilievo si sviluppa per oltre cinque metri e raffigura un corteo marino composto da mostri, ippocampi e pesci aggiogati a carri o cavalcati da nereidi e amorini.

Il monumento funerario era caratterizzato da un fregio continuo di tipo ionico inserito ad architrave sopra le colonne del portico. Attualmente ne restano quattro blocchi che restituiscono tutto il fregio del lato frontale e parte di quello del lato destro, spezzato e lacunoso; ogni blocco presenta l’architrave decorato dalle tre fasce canoniche, sovrapposte e ognuna leggermente aggettante rispetto alla sottostante, quindi una cornicetta su cui poggia il fregio, le cui lastre conservano superiormente i fori di incasso per le successive corniciature, realizzate a parte.
Il fregio raffigura, con un rilievo relativamente alto, un thyasos marino, cioè il corteo di divinità minori e mostri marini diversi che solitamente accompagnano il carro delle divinità greche del mare Poseidone e Anfitrite, Nettuno e Salacia per i Romani, secondo tipologie note fin dalla prima epoca ellenistica. Nel nostro caso si tratta di animali diversi, dotati di code di pesce e cavalcati o guidati da Amorini e Nereidi in vari atteggiamenti; le figure sono relativamente stilizzate e ottenute in modo molto semplificato e quasi rozzo, tanto da renderne a volte difficile l’interpretazione esatta.
I blocchi rimasti sono perfettamente collegabili: sulla facciata i cortei sono due, avanzanti in modo simmetrico e opposto fino ad incontrarsi al centro, in un blocco di dimensioni maggiori.

 

Rappresentazione grafica del fregio
Disegni di Maria Agnese Mignani (Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna)

 

Procedendo da sinistra verso il centro, il corteo è formato da un toro marino cavalcato da una figura nuda, presumibilmente maschile, che lo frusta e lo tiene con le redini, un cavallo marino cavalcato da una Nereide con le mani sul capo e due pesci incrociati cavalcati da un’altra Nereide.

 


Frammento n. 1 (elemento a sinistra)

 

Nel frammento n. 2, uno dei due pesci incrociati pertinenti al frammento 1 è tenuto per la briglia da un Amorino volante che contemporaneamente trattiene anche un altro mostro, forse da identificare con il drago marino chiamato pystrix. Questo drago è fronteggiato da un altro mostro marino che sembra formato da due corpi equini con un’unica coda.

 


Frammento n. 2  (elemento centrale)

 

Procedendo da destra verso il centro, il corteo convergente (frammento 3) è formato da un cavallo marino cavalcato da una Nereide, due pesci incrociati e un altro probabile pistrice, tenuto da una figura maschile nuda in piedi. Il cavallo marino che inizia la teoria a destra, ha la coda scolpita oltre l’angolo del blocco, sul fianco del mausoleo, incrociandosi con la coda di un altro animale, un equino che procede verso destra, cavalcato da un’altra figura stante.

 


Frammento n. 3 (elemento a destra)

 

Nel frammento n. 4 compaiono un carro tipo biga, condotto da una figura maschile nuda che trattiene due pesci aggiogati, che si scontra con un altro cavallo marino, presumibilmente aggiogato ad un altro carro del quale si intravede il bordo, nonché la frusta agitata dal guidatore. Allo stato attuale delle conoscenze è impossibile dire se questa fosse la fine della scena.

 


Frammento n. 4

 

Il fregio di pietra calcarea scolpito con la raffigurazione di putti su carri trainati da pesci, ippocampi e altri animali
Il frammento n. 4 al momento del rinvenimento avvenuto nel dicembre 2007 a margine della via Emilia

 

Nonostante la stilizzazione delle figure, è possibile riconoscerne la derivazione dagli originali di epoca ellenistica, come quelli che compaiono nel fregio analogo della cosiddetta  "Ara di Domizio Enobarbo” conservato nel museo di Monaco di Baviera ma proveniente da Roma, databile attorno alla seconda metà del II sec. a.C. Si deve tuttavia rilevare che la resa del fregio modenese è tale da far pensare che l’autore (o meglio gli autori, visto che si distinguono due o tre mani diverse) non capissero completamente i modelli oppure li conoscessero in modo molto mediato. La Nereide con le mani sul capo, ad esempio, potrebbe essere una interpretazione del tipo “velificans”, cioè con il velo che forma un arco sopra la testa. Il corteo marino ellenistico rappresenta la festa per il matrimonio delle due divinità ed è quindi comprensibile la presenza di piccoli Amorini che sottolineano questo tipo di evento: nel nostro caso, l’unica figura interpretabile come un Amorino, in quanto alata, sembra fare una prova di forza trattenendo ben due animali; i grandi pesci ovali probabilmente volevano essere dei delfini; sono presenti inoltre figure maschili nude che non avrebbero alcuna funzione nelle scene originali.
Queste caratteristiche della composizione possono certo essere fatte risalire all'inadeguatezza e mancanza di abilità degli artigiani provinciali di fronte all’impatto con la raffinatezza dell’arte ellenistica. Il pezzo modenese tuttavia mostra una spontaneità e una vitalità assolutamente autonome dal naturalismo e dall’estetica classicistica, tipiche della nuova classe sociale provinciale italica. Il fenomeno, in parallelo all’arte aulica e ufficiale, troverà il suo massimo sviluppo nel corso del I sec. a.C., alla metà del quale secolo potrebbe essere databile il fregio.

 

In occasione della mostra vengono presentati il video "Il viaggio di Vetilia sulle rotte degli antichi marmi" e il sito web "Aemilia on line" per navigare tra le scoperte archeologiche  effettuate nei secoli lungo l'antica strada consolare romana.
In concomitanza con la mostra sono previsti percorsi didattici per le scuole primarie e secondarie di I e II grado, con visite tematiche accompagnate da laboratori. I percorsi, della durata di un'ora e mezza circa, sono gratuiti.
Info e prenotazioni: 059.2033101 oppure www.comune.modena.it/museoarcheologico

 

Promosso da:

Comune di Modena, Assessorato alla programmazione e gestione del territorio e Assessorato alla Cultura, Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena e Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna in collaborazione con Associazione Amici dei Musei e dei Monumenti Modenesi con il contributo di Cooperativa di Costruzioni, Canaletto Costruzioni, Gianni Gibellini Onoranze Funebri, Archeosistemi e Cooperativa Archeologia

Quando:

da domenica 20 dicembre 2009 a domenica 27 giugno 2010
Inaugurazione mostra domenica 20 dicembre 2009 alle ore 11

Orari: tutti i giorni dalle 8.30 alle 19
Ingresso: gratuito
Città: Modena
Luogo: Lapidario Romano dei Musei Civici, Palazzo dei Musei
Indirizzo: Viale Vittorio Veneto n. 5
Provincia: Modena
Regione: Emilia-Romagna
Info: tel. 059.2033100 / 059.2033125
www.comune.modena.it/museoarcheologico
 

Pagina a cura di Carla Conti, informazioni scientifiche di Donato Labate