Palazzo Poste (nuova sede del municipio) Piazza dei Martiri 1 Bentivoglio (BO) Notizie dall'Aldilà su Bentivoglio romana dal 5 aprile 2014 al 31 ottobre 2015 La mostra è liberamente fruibile negli orari di apertura del Comune
di Bentivoglio Per eventuali aperture fuori dai suddetti orari rivolgersi a
Fabrizio
Simoncini
Per informazioni rivolgersi al servizio culturale
dell'Unione Reno Galliera |
Un'alternanza di dossi e bassure, corsi d'acqua e macchie boscose, il tutto
scandito da regolari partizioni.
Così doveva apparire il territorio di
Bentivoglio in età romana, un periodo rappresentato in questa mostra da due
corredi tombali, rinvenuti a Castagnolo Minore, nei pressi dell'Interporto.
Nelle campagne le necropoli facevano capo a singoli fondi agricoli o a piccoli
villaggi. Esattamente come accadeva nelle città, erano fuori dai centri abitati, lungo gli
assi stradali, sia per ragioni sanitarie che per garantire visibilità alle sepolture.
Le due tombe rivenute a Castagnolo Minore sono a cremazione.
Il defunto veniva arso su un rogo funebre, poi le ceneri e i resti ossei
venivano deposti nella tomba direttamente sulla terra, oppure all'interno di
un'urna. Si datano, sulla base dei corredi tombali, entro il I secolo a.C. Il
corredo era costituito da oggetti quotidiani (servizio da banchetto e da cucina, balsamari, lucerne), che venivano utilizzati nei rituali funebri e che sarebbero
serviti al defunto nell'Aldilà.
L'esposizione nasce dalla collaborazione tra Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Comune di Bentivoglio e Associazione Trebbo
Sei Vie e ha lo scopo sia di sensibilizzare la popolazione che di reperire
risorse per la creazione di un museo e la pubblicazione dell'aggiornamento della
carta archeologica.
Il territorio di Bentivoglio in età romana era un ricco e florido areale che faceva parte dell’ager
bononienses gravitante sul fiume Reno, “servito” da un ricco reticolo di vie
d’acqua e di terra, prossimo a importanti centri di culto.
Il popolamento si diffuse per nuclei a carattere sparso, come appare dagli scavi
e dalla carta archeologica -riscritta grazie al monitoraggio degli Ispettori
Onorari per l’archeologia Paolo Calligola, Moreno Fiorini e Maurizio Molinari-
che registra un sensibile aumento di “siti” databili dalla prima età del Ferro
(già indiziata dall’antico ritrovamento della stele di Saletto di Bentivoglio),
all’alto Medioevo.
I nuovi dati e la “promozione archeologica” che ne è conseguita hanno suscitato
l'interesse dell’Amministrazione comunale che in accordo con la Soprintendenza
per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, ha promosso questa mostra a cui ha
contribuito anche l’Associazione Trebbo Sei Vie con il restauro di uno dei
corredi, realizzato in virtù di uno stage internazionale, patrocinato dalla
Regione Emilia-Romagna. Un esempio virtuoso, quindi, di sinergie pubbliche e
private e di Volontariato finalizzati a tutela, conoscenza e divulgazione
archeologica.
Ingresso libero
Coordinamento scientifico: Caterina Cornelio (Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna)
Restauro: Valentina Guerzoni (SBA-ERO), Devrim Beckret, Florance Caillaud
Hanno collaborato: Carla Buoite, Paolo Calligola, Paola Cossentino, Moreno
Fiorini, Maurizio Molinari, Mara Pederzani, Stefania Piancastelli e Società
Archeologia Scoccia, e per il Comune di Bentivoglio Valeria Barbieri, Massimo
Graziani, Simone Audino, Stefano Gottardi, Gianni Righetti
Bentivoglio: le necropoli e i riti funerari
In età romana le aree dedicate al seppellimento e al culto dei morti,
le necropoli ovvero città dei morti, si trovavano fuori dalle città lungo le principali
vie d’accesso. La legge, per ragioni sanitarie, non permetteva di seppellire i
defunti all’interno dei centri abitati e in questo modo veniva garantita anche
una grande visibilità e rappresentatività alle sepolture che balzavano
immediatamente agli occhi di coloro che entravano in città.
Strutture
architettoniche, semplici segnacoli o piccoli tumuli che si ergevano sul
terreno, indicavano al viandante la presenza della sepoltura.
Nelle campagne
troviamo necropoli di minore estensione che facevano capo a singoli fondi
agricoli o a piccoli villaggi: anche in questo caso le tombe tendevano a
disporsi a ridosso degli assi stradali.
Il defunto veniva accompagnato alla necropoli da una processione. Qui veniva
deposto all’interno di una fossa o di un contenitore a sua volta sotterrato
(inumazione) oppure arso su un rogo funebre (cremazione), come nel caso delle
tombe esposte nella mostra, trovate a Castagnolo Minore di Bentivoglio (Centro
Interporto). La cremazione, diffusa durante l’età repubblicana (II-I secolo
a.C.), fu progressivamente sostituita dall’inumazione durante l’età imperiale
(dal II secolo d.C. in poi).
Le sepolture: le case dei defunti
Le strutture che ospitavano e segnalavano le sepolture potevano essere
recinti, monumenti a cuspide, tamburi, stele o cippi. I monumenti di una certa
entità erano molto meno numerosi delle sepolture anonime: semplici fosse dove
venivano deposti il cadavere o le sue ceneri talvolta all’interno di una cassa
in mattoni o di una struttura a doppio spiovente, detta alla cappuccina, oppure
entro recipienti di uso comune.
Il funerale: verso una nuova casa
La prima parte del funerale (funus) si svolgeva all’interno della casa. Qui
il defunto veniva lavato e unto (unctura) per poi essere esposto (expositio) a quanti
desiderassero porgergli l’ultimo saluto. Dopo di che una processione (pompa funebris) con musici e donne piangenti accompagnava il defunto nella necropoli.
Qui parenti e amici banchettavano in suo onore (silicerium).
La cremazione: il rogo funebre
La cremazione poteva essere realizzata in due modi differenti: a
incinerazione diretta (bustum) -il rogo funebre veniva realizzato sopra la fossa
della tomba, in modo che le ossa bruciate del defunto vi cadessero dentro- o a
incinerazione indiretta -il rogo funebre si realizzava in un luogo specifico
della necropoli (ustrinum), poi le ceneri e i resti ossei venivano trasportati e
deposti nella tomba direttamente sulla terra oppure all’interno di un’urna.
Bentivoglio: il corredo funebre
Il corredo era costituito sia dagli oggetti che venivano utilizzati nei
rituali funebri, che da quelli che sarebbero serviti al defunto nel suo viaggio
verso l’aldilà.
Alla fine del funerale (funus) parenti e amici deponevano
all’interno della tomba, accanto ai resti del defunto, oggetti quotidiani come
balsamari, il servizio da banchetto e da cucina, lucerne, monete, strumenti da
lavoro.
Quelli esposti in mostra sono i corredi di due delle tombe ritrovate a
Castagnolo Minore di Bentivoglio (Centro Interporto). E’ lo studio e l’età degli
oggetti che compongono il corredo funebre che ci permette di risalire alla
datazione delle sepolture che in questo caso sono datate entro il I
secolo a.C. La tomba 3 sembra essere più recente della tomba 2 di qualche anno.
Le necropoli venivano frequentate per lungo tempo. Ogni anno si svolgevano delle
cerimonie per ricordare i defunti presso i sepolcri: cibi e bevande venivano
offerti ai propri cari deceduti. Per questo motivo spesso troviamo vicino alle
tombe oggetti più recenti della sepoltura.
I balsamari erano contenitori per oli profumati. A casa il defunto veniva
lavato con acqua calda e unto con balsami e profumi (unctura). Sul rogo funebre
si bruciavano sostanze profumate insieme alla salma. Alcuni balsamari venivano
poi deposti all’interno della tomba.
Il servizio da banchetto era composto da bicchieri, bottiglie, piatti e tegami
che venivano utilizzati da parenti e amici sia durante il banchetto funebre (silicerium)
che nella cena che si svolgeva nove giorni dopo la morte (cena novendialis).
Alcune delle stoviglie venivano deposte all’interno della tomba con cibi e
bevande per il defunto.
News from the afterlife about Roman Bentivoglio
An alternation of peaks and troughs, streams and woodlands, all interspersed
by regular partitions. So had to appear the territory of Bentivoglio in Roman
times, an example of which is given by two grave kits discovered in Castagnolo
Minore (Interporto).
The exhibition represents the fruit of the cooperation between the
Superintendence of Archeological Goods of Emilia Romagna, the Municipal
Administration and the Association Trebbo Sei Vie and its aim is to sensitize
the population and to raise funds for the creation of a museum and the
publication of the updating of the archeological map.
In the countryside, the necropolis belonged to agricultural farms or small
villages. They were found, as in the cities, outside the populated centers,
along the roads, for sanitary reasons and to ensure visibility to the burials.
The two tombs discovered in Castagnolo Minore (Centro Interporto) are at
cremation. The deceased was burned on a funeral pyre, afterwards the ashes and
the bones were deposited into the tomb directly on the ground, or inside an urn.
They are dated, on the basis of the burial kit, within the first century B.C.
The kit consisted of everyday objects (banquet and kitchen services, balm jars,
oil lamps) which were used during the funeral rituals and which would serve the
deceased in the afterlife.
Bentivoglio: necropolis and funeral rites.
In Roman times, the areas dedicated to the burial and the cult of the dead,
necropolis (city of the dead), were located outside the cities, along the main
access roads. The law, for sanitary reasons, did not allow the burying of the
dead within the towns; this was also a guaranteed way for a high visibility and
representativeness to the burials that immediately caught the attention of those
who entered the city. Architectural structures, simple grave markers or small
mounds on the ground, pointed out to the traveler the presence of a burial. In
the countryside we find less expansive necropolis, that were owned by individual
farms or small villages; also in this case the tombs tended to be arranged close
to the major roads.
The deceased was accompanied by a procession to the necropolis. Here he/she was
laid inside a pit or a container buried (inhumation) or burned on a funeral pyre
(cremation), as in the tombs found in the Interporto area. The cremation,
widespread during the Republican Era (II-I century BC), was progressively
replaced by inhumation during the Imperial Era (from the second century AD
onwards).
The burials: the houses of the dead
The structures that housed and pointed out the presence of a burial could be
fences, cusp monuments, drums, stele, boundary stones. Particularly great
monuments were much less frequent than anonymous burials: simple pits where the
corpse or its ashes were laid, sometimes inside a brick coffin or inside a
gabled structure, called “alla cappucina”, or inside containers of everyday use.
The funeral: towards a new home
The first part of the funeral (funus) took place inside the house. Here the
deceased was washed and rubbed with ointment (unctura), then showed (expositio)
to those who wanted to give him a final farewell. After that, a procession (pompafunebris)
with musicians and weeping women accompanied the deceased to the necropolis.
Here relatives and friends feasted in his honor (silicerium).
Cremation: the funeral pyre
Cremation could be carried out in two different ways: a direct cremation (bustum):
the funeral pyre was built over the pit of the tomb, so that the burnt bones of
the deceased could fall inside; or indirect cremation, the funeral pyre was
carried out in a specific place inside the necropolis (ustrinum), then the ashes
and residual bones were transported and deposited in the grave directly on the
ground or inside an urn.
Bentivoglio: the funeral kits.
The kit was made up by the objects used during the funeral rites as well as
those which would serve the deceased in his journey to the afterlife. At the end
of the funeral (funus) relatives and friends laid into the tomb, next to the
remains of the deceased, common objects such as balsam vases, the banquet and
the cooking services, oil lamps, coins, working tools. What you can see on
display are two of the kits discovered at Interporto (Castagnolo Minore di
Bentivoglio).
It is the study and the age of the objects that make up the funeral kit which
allow us to determine the date of the burials.
The two tombs found at Interporto are within the first century BC. Tomb 3 seems
to be more recent than Tomb 2 by a few years.
The necropolises were very popular for a long time. Each year ceremonies to
remember the dead were held near the graves: food and drink were offered to the
beloved deceased. For this reason, close to the tombs, we often find objects
which are more recent than the burials themselves.
Balsam containers: they were containers for perfumed oils. At
home, the deceased was washed with warm water and rubbed with perfumes and balms
(unctura). On the funeral pyre perfumed substances were burnt along with the
corpse.
Banquet services: glasses, bottles, dishes and pans were used by
relatives and friends during the funeral banquet (silicerium) and the dinner
which took place nine days after the death (cena novendialis).
Free entry
Sabato
5 aprile 2014, alle ore 10.45, viene inaugurata la nuova sede del Municipio nel
Palazzo Poste in Piazza dei Martiri 1 a Bentivoglio (BO).
Sono presenti Beatrice Draghetti, Presidente della Provincia di Bologna, e
Vladimiro Longhi, Sindaco di Bentivoglio.
A seguire inaugurazione della mostra "Notizie dall'Aldilà su Bentivoglio romana"
Il Palazzo Poste è un edificio storico di pregio dell'Ottocento, ideato come
palazzo comunale per uso delle scuole, degli impiegati come abitazione e anche
come stazione carabinieri.
Per la sua costruzione si decise di chiedere un prestito al Pizzardi. Si stipulò
quindi un mutuo col marchese da restituire entro il termine di 29 anni, a
partire dal primo gennaio 1903.
Da parte sua il marchese impose al Comune l'obbligo di non costruire in perpetuo
nell'altra area da esso posseduta, presso il castello.
Qualora poi il comune intendesse vendere quell'area, il Pizzardi si riservava il
diritto di prelazione.
Fino al 1902 il comune per il fitto spendeva 2.300 lire e al Pizzardi, dopo la
costruzione della casa comunale, pagherà annualmente lire 4.000 per il mutuo di
70.000 lire. Nel 1903 il sindaco dovrà dimettersi: la giunta lo accusa,
all'unanimità, di essere “socio dell'appaltatore del nuovo palazzo comunale”.
Con decreto del 7 marzo 1903 viene sciolto il consiglio comunale; dal 18 gennaio
si erano dimessi tutti i consiglieri. […]
Dalla relazione del Rag. Brandi, regio commissario dopo lo scioglimento del
consiglio per il periodo marzo – maggio 1903, si legge che … “Fortunato comune,
dove la popolazione è buona, laboriosa, docile; ottimi e cordiali rapporti fra
proprietari e lavoratori, buone le condizioni generali economiche, con
pochissima disoccupazione; fiorenti le terre per fertilità di suolo e sapiente
coltura; in buon assetto le finanze comunali, se l'amministrazione comunale
saprà sfruttare tali condizioni non sarà seconda a nessuno per probità” …parole
profetiche che troveranno conferma nel 1987 quando il Comune di Bentivoglio
rappresenterà la Provincia di Bologna nell'assemblea dei comuni più progrediti
d'Italia tenutasi a Roma
Da “L'Antica Pieve di San marino e i suoi ‘Comuni’” (sec. X – XIX); Enrico Rizzo; Grafiche dell'Artiere; Bologna – 1989
inaugurazione della mostra
sabato 5 aprile 2014, alle ore 11,15
con interventi di
Marco Edoardo Minoja,
Soprintendente per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna, e
Roberto Dall'Olio,
Assessore all'intercultura del Comune di Bentivoglio
Nel pomeriggio (ore 16) gli Ispettori Onorari
per l'archeologia, Maurizio Molinari e Moreno Fiorini, illustrano la mostra e il contesto
territoriale nel corso di una lezione aperta alla cittadinanza