NOTIZIE DALL'ALDILÀ SU BENTIVOGLIO ROMANA
Due corredi tombali rinvenuti a Castagnolo Minore testimoniano le potenzialità archeologiche del territorio
mostra
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Palazzo Poste

(nuova sede del municipio)
Piazza dei Martiri 1
Bentivoglio (BO)

Notizie dall'Aldilà su Bentivoglio romana

dal 5 aprile 2014 al 31 ottobre 2015

La mostra è liberamente fruibile negli orari di apertura del Comune di Bentivoglio
Lunedì Martedì Mercoledì Venerdì e Sabato 8.30 - 12.30
Giovedì 14.30 - 18.00
(chiusa nei festivi)

Per eventuali aperture fuori dai suddetti orari rivolgersi a Fabrizio Simoncini
Simoncini.Fabrizio@comune.bentivoglio.bo.it

Per informazioni rivolgersi al servizio culturale dell'Unione Reno Galliera
Stefano Gottardi  051 8904823  s.gottardi@renogalliera.it
oppure
all'URP del Comune di Bentivoglio
051 6643511 urp@comune.bentivoglio.bo.it
www.comune.bentivoglio.bo.it
 

Un'alternanza di dossi e bassure, corsi d'acqua e macchie boscose, il tutto scandito da regolari partizioni.
Così doveva apparire il territorio di Bentivoglio in età romana, un periodo rappresentato in questa mostra da due corredi tombali, rinvenuti a Castagnolo Minore, nei pressi dell'Interporto.
Nelle campagne le necropoli facevano capo a singoli fondi agricoli o a piccoli villaggi. Esattamente come accadeva nelle città, erano fuori dai centri abitati, lungo gli assi stradali, sia per ragioni sanitarie che per garantire visibilità alle sepolture.
Le due tombe rivenute a Castagnolo Minore sono a cremazione. Il defunto veniva arso su un rogo funebre, poi le ceneri e i resti ossei venivano deposti nella tomba direttamente sulla terra, oppure all'interno di un'urna. Si datano, sulla base dei corredi tombali, entro il I secolo a.C. Il corredo era costituito da oggetti quotidiani (servizio da banchetto e da cucina, balsamari, lucerne), che venivano utilizzati nei rituali funebri e che sarebbero serviti al defunto nell'Aldilà.
L'esposizione nasce dalla collaborazione tra Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Comune di Bentivoglio e Associazione Trebbo Sei Vie e ha lo scopo sia di sensibilizzare la popolazione che di reperire risorse per la creazione di un museo e la pubblicazione dell'aggiornamento della carta archeologica.

corredi

Il territorio di Bentivoglio in età romana era un ricco e florido areale che faceva parte dell’ager bononienses gravitante sul fiume Reno, “servito” da un ricco reticolo di vie d’acqua e di terra, prossimo a importanti centri di culto.
Il popolamento si diffuse per nuclei a carattere sparso, come appare dagli scavi e dalla carta archeologica -riscritta grazie al monitoraggio degli Ispettori Onorari per l’archeologia Paolo Calligola, Moreno Fiorini e Maurizio Molinari- che registra un sensibile aumento di “siti” databili dalla prima età del Ferro (già indiziata dall’antico ritrovamento della stele di Saletto di Bentivoglio), all’alto Medioevo.
I nuovi dati e la “promozione archeologica” che ne è conseguita hanno suscitato l'interesse dell’Amministrazione comunale che in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, ha promosso questa mostra a cui ha contribuito anche l’Associazione Trebbo Sei Vie con il restauro di uno dei corredi, realizzato in virtù di uno stage internazionale, patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna. Un esempio virtuoso, quindi, di sinergie pubbliche e private e di Volontariato finalizzati a tutela, conoscenza e divulgazione archeologica.

Ingresso libero

Coordinamento scientifico: Caterina Cornelio (Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna)
Restauro: Valentina Guerzoni (SBA-ERO), Devrim Beckret, Florance Caillaud
Hanno collaborato: Carla Buoite, Paolo Calligola, Paola Cossentino, Moreno Fiorini, Maurizio Molinari, Mara Pederzani, Stefania Piancastelli e Società Archeologia Scoccia, e per il Comune di Bentivoglio Valeria Barbieri, Massimo Graziani, Simone Audino, Stefano Gottardi, Gianni Righetti

Bentivoglio: le necropoli e i riti funerari
In età romana le aree dedicate al seppellimento e al culto dei morti, le necropoli ovvero città dei morti, si trovavano fuori dalle città lungo le principali vie d’accesso. La legge, per ragioni sanitarie, non permetteva di seppellire i defunti all’interno dei centri abitati e in questo modo veniva garantita anche una grande visibilità e rappresentatività alle sepolture che balzavano immediatamente agli occhi di coloro che entravano in città.
Strutture architettoniche, semplici segnacoli o piccoli tumuli che si ergevano sul terreno, indicavano al viandante la presenza della sepoltura.
Nelle campagne troviamo necropoli di minore estensione che facevano capo a singoli fondi agricoli o a piccoli villaggi: anche in questo caso le tombe tendevano a disporsi a ridosso degli assi stradali.
Il defunto veniva accompagnato alla necropoli da una processione. Qui veniva deposto all’interno di una fossa o di un contenitore a sua volta sotterrato (inumazione) oppure arso su un rogo funebre (cremazione), come nel caso delle tombe esposte nella mostra, trovate a Castagnolo Minore di Bentivoglio (Centro Interporto). La cremazione, diffusa durante l’età repubblicana (II-I secolo a.C.), fu progressivamente sostituita dall’inumazione durante l’età imperiale (dal II secolo d.C. in poi).

Le sepolture: le case dei defunti
Le strutture che ospitavano e segnalavano le sepolture potevano essere recinti, monumenti a cuspide, tamburi, stele o cippi. I monumenti di una certa entità erano molto meno numerosi delle sepolture anonime: semplici fosse dove venivano deposti il cadavere o le sue ceneri talvolta all’interno di una cassa in mattoni o di una struttura a doppio spiovente, detta alla cappuccina, oppure entro recipienti di uso comune.

Il funerale: verso una nuova casa
La prima parte del funerale (funus) si svolgeva all’interno della casa. Qui il defunto veniva lavato e unto (unctura) per poi essere esposto (expositio) a quanti desiderassero porgergli l’ultimo saluto. Dopo di che una processione (pompa funebris) con musici e donne piangenti accompagnava il defunto nella necropoli. Qui parenti e amici banchettavano in suo onore (silicerium).

La cremazione: il rogo funebre
La cremazione poteva essere realizzata in due modi differenti: a incinerazione diretta (bustum) -il rogo funebre veniva realizzato sopra la fossa della tomba, in modo che le ossa bruciate del defunto vi cadessero dentro-  o a incinerazione indiretta -il rogo funebre si realizzava in un luogo specifico della necropoli (ustrinum), poi le ceneri e i resti ossei venivano trasportati e deposti nella tomba direttamente sulla terra oppure all’interno di un’urna.

Bentivoglio: il corredo funebre
Il corredo era costituito sia dagli oggetti che venivano utilizzati nei rituali funebri, che da quelli che sarebbero serviti al defunto nel suo viaggio verso l’aldilà.
Alla fine del funerale (funus) parenti e amici deponevano all’interno della tomba, accanto ai resti del defunto, oggetti quotidiani come balsamari, il servizio da banchetto e da cucina, lucerne, monete, strumenti da lavoro.
Quelli esposti in mostra sono i corredi di due delle tombe ritrovate a Castagnolo Minore di Bentivoglio (Centro Interporto). E’ lo studio e l’età degli oggetti che compongono il corredo funebre che ci permette di risalire alla datazione delle sepolture che in questo caso sono datate entro il I secolo a.C. La tomba 3 sembra essere più recente della tomba 2 di qualche anno.
Le necropoli venivano frequentate per lungo tempo. Ogni anno si svolgevano delle cerimonie per ricordare i defunti presso i sepolcri: cibi e bevande venivano offerti ai propri cari deceduti. Per questo motivo spesso troviamo vicino alle tombe oggetti più recenti della sepoltura.
I balsamari  erano contenitori per oli profumati. A casa il defunto veniva lavato con acqua calda e unto con balsami e profumi (unctura). Sul rogo funebre si bruciavano sostanze profumate insieme alla salma. Alcuni balsamari venivano poi deposti all’interno della tomba.
Il servizio da banchetto era composto da bicchieri, bottiglie, piatti e tegami che venivano utilizzati da parenti e amici sia durante il banchetto funebre (silicerium) che nella cena che si svolgeva nove giorni dopo la morte (cena novendialis). Alcune delle stoviglie venivano deposte all’interno della tomba con cibi e bevande per il defunto.


News from the afterlife about Roman Bentivoglio
An alternation of peaks and troughs, streams and woodlands, all interspersed by regular partitions. So had to appear the territory of Bentivoglio in Roman times, an example of which is given by two grave kits discovered in Castagnolo Minore (Interporto).
The exhibition represents the fruit of the cooperation between the Superintendence of Archeological Goods of Emilia Romagna, the Municipal Administration and the Association Trebbo Sei Vie and its aim is to sensitize the population and to raise funds for the creation of a museum and the publication of the updating of the archeological map.
In the countryside, the necropolis belonged to agricultural farms or small villages. They were found, as in the cities, outside the populated centers, along the roads, for sanitary reasons and to ensure visibility to the burials. The two tombs discovered in Castagnolo Minore (Centro Interporto) are at cremation. The deceased was burned on a funeral pyre, afterwards the ashes and the bones were deposited into the tomb directly on the ground, or inside an urn. They are dated, on the basis of the burial kit, within the first century B.C. The kit consisted of everyday objects (banquet and kitchen services, balm jars, oil lamps) which were used during the funeral rituals and which would serve the deceased in the afterlife.

Bentivoglio: necropolis and funeral rites.
In Roman times, the areas dedicated to the burial and the cult of the dead, necropolis (city of the dead), were located outside the cities, along the main access roads. The law, for sanitary reasons, did not allow the burying of the dead within the towns; this was also a guaranteed way for a high visibility and representativeness to the burials that immediately caught the attention of those who entered the city. Architectural structures, simple grave markers or small mounds on the ground, pointed out to the traveler the presence of a burial. In the countryside we find less expansive necropolis, that were owned by individual farms or small villages; also in this case the tombs tended to be arranged close to the major roads.
The deceased was accompanied by a procession to the necropolis. Here he/she was laid inside a pit or a container buried (inhumation) or burned on a funeral pyre (cremation), as in the tombs found in the Interporto area. The cremation, widespread during the Republican Era (II-I century BC), was progressively replaced by inhumation during the Imperial Era (from the second century AD onwards).

The burials: the houses of the dead
The structures that housed and pointed out the presence of a burial could be fences, cusp monuments, drums, stele, boundary stones. Particularly great monuments were much less frequent than anonymous burials: simple pits where the corpse or its ashes were laid, sometimes inside a brick coffin or inside a gabled structure, called “alla cappucina”, or inside containers of everyday use.

The funeral: towards a new home
The first part of the funeral (funus) took place inside the house. Here the deceased was washed and rubbed with ointment (unctura), then showed (expositio) to those who wanted to give him a final farewell. After that, a procession (pompafunebris) with musicians and weeping women accompanied the deceased to the necropolis. Here relatives and friends feasted in his honor (silicerium).

Cremation: the funeral pyre
Cremation could be carried out in two different ways: a direct cremation (bustum): the funeral pyre was built over the pit of the tomb, so that the burnt bones of the deceased could fall inside; or indirect cremation, the funeral pyre was carried out in a specific place inside the necropolis (ustrinum), then the ashes and residual bones were transported and deposited in the grave directly on the ground or inside an urn.

Bentivoglio: the funeral kits.
The kit was made up by the objects used during the funeral rites as well as those which would serve the deceased in his journey to the afterlife. At the end of the funeral (funus) relatives and friends laid into the tomb, next to the remains of the deceased, common objects such as balsam vases, the banquet and the cooking services, oil lamps, coins, working tools. What you can see on display are two of the kits discovered at Interporto (Castagnolo Minore di Bentivoglio).
It is the study and the age of the objects that make up the funeral kit which allow us to determine the date of the burials.
The two tombs found at Interporto are within the first century BC. Tomb 3 seems to be more recent than Tomb 2 by a few years.
The necropolises were very popular for a long time. Each year ceremonies to remember the dead were held near the graves: food and drink were offered to the beloved deceased. For this reason, close to the tombs, we often find objects which are more recent than the burials themselves.

Balsam containers: they were containers for perfumed oils. At home, the deceased was washed with warm water and rubbed with perfumes and balms (unctura). On the funeral pyre perfumed substances were burnt along with the corpse.
Banquet services: glasses, bottles, dishes and pans were used by relatives and friends during the funeral banquet (silicerium) and the dinner which took place nine days after the death (cena novendialis).

Free entry


Palazzo Poste, inaugurazione sabato 5 aprile 2014, ore 10.45Sabato 5 aprile 2014, alle ore 10.45, viene inaugurata la nuova sede del Municipio nel Palazzo Poste in Piazza dei Martiri 1 a Bentivoglio (BO).
Sono presenti Beatrice Draghetti, Presidente della Provincia di Bologna, e Vladimiro Longhi, Sindaco di Bentivoglio.

A seguire inaugurazione della mostra "Notizie dall'Aldilà su Bentivoglio romana"

Il Palazzo Poste è un edificio storico di pregio dell'Ottocento, ideato come palazzo comunale per uso delle scuole, degli impiegati come abitazione e anche come stazione carabinieri.
Per la sua costruzione si decise di chiedere un prestito al Pizzardi. Si stipulò quindi un mutuo col marchese da restituire entro il termine di 29 anni, a partire dal primo gennaio 1903.
Da parte sua il marchese impose al Comune l'obbligo di non costruire in perpetuo nell'altra area da esso posseduta, presso il castello.
Qualora poi il comune intendesse vendere quell'area, il Pizzardi si riservava il diritto di prelazione.
Fino al 1902 il comune per il fitto spendeva 2.300 lire e al Pizzardi, dopo la costruzione della casa comunale, pagherà annualmente lire 4.000 per il mutuo di 70.000 lire. Nel 1903 il sindaco dovrà dimettersi: la giunta lo accusa, all'unanimità, di essere “socio dell'appaltatore del nuovo palazzo comunale”. Con decreto del 7 marzo 1903 viene sciolto il consiglio comunale; dal 18 gennaio si erano dimessi tutti i consiglieri. […]
Dalla relazione del Rag. Brandi, regio commissario dopo lo scioglimento del consiglio per il periodo marzo – maggio 1903, si legge che … “Fortunato comune, dove la popolazione è buona, laboriosa, docile; ottimi e cordiali rapporti fra proprietari e lavoratori, buone le condizioni generali economiche, con pochissima disoccupazione; fiorenti le terre per fertilità di suolo e sapiente coltura; in buon assetto le finanze comunali, se l'amministrazione comunale saprà sfruttare tali condizioni non sarà seconda a nessuno per probità” …parole profetiche che troveranno conferma nel 1987 quando il Comune di Bentivoglio rappresenterà la Provincia di Bologna nell'assemblea dei comuni più progrediti d'Italia tenutasi a Roma

Da “L'Antica Pieve di San marino e i suoi ‘Comuni’” (sec. X – XIX); Enrico Rizzo; Grafiche dell'Artiere; Bologna – 1989


inaugurazione della mostra sabato 5 aprile 2014, alle ore 11,15
con interventi di Marco Edoardo Minoja, Soprintendente per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna, e Roberto Dall'Olio, Assessore all'intercultura del Comune di Bentivoglio
Nel pomeriggio (ore 16) gli Ispettori Onorari per l'archeologia, Maurizio Molinari e Moreno Fiorini, illustrano la mostra e il contesto territoriale nel corso di una lezione aperta alla cittadinanza

Promosso da:

Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna,  Comune di Bentivoglio e Associazione Trebbo Sei Vie

Dove: Palazzo Poste
Nuova sede del Municipio
Bentivoglio (BO)
Quando: da sabato 5 aprile 2014 al 31 ottobre 2015
La mostra è aperta al pubblico dal 5 aprile 2014 al 31 ottobre 2015 nei seguenti orari Lunedì Martedì Mercoledì Venerdì e Sabato 8.30 - 12.30, Giovedì 14.30 - 18.00 (chiusa nei festivi)