PONTE DEL 2 GIUGNO: VOGLIA D'ARTE E ARCHEOLOGIA
Tutte aperte le aree archeologiche dell'Emilia-Romagna
dove e quando
Home - Mostre e appuntamenti -  Archivio mostre - Ponte 2 giugno 2016


Archeologia e arte al top delle preferenze dei viaggiatori per il ponte del 2 giugno: secondo le principali agenzie di viaggio, durante questo periodo di vacanza i turisti che intendono dedicarsi alla cultura supererebbero il 60%, percentuale destinata a salire ulteriormente qualora il bel tempo si facesse desiderare.
In Emilia-Romagna tutte aperte, e per l'intera giornata, le zone archeologiche di Marzabotto, Russi e Veleia, autentici tesori alla portata anche dei budget più limitati


Antiquarium e zona archeologica di Veleia (PC)   
aperti dalle 9 alle 19
biglietto d'ingresso € 2,00

Lugagnano (PC), il foro romano di VeleiaI resti monumentali del municipium romano di Veleia sono tra i più suggestivi dell'Italia settentrionale.
Incastonata nelle colline piacentine, in un contesto naturalistico di assoluto valore, Veleia ruota attorno al proprio foro, la piazza circondata su tre lati da un portico su cui si aprivano botteghe e ambienti a destinazione pubblica, che Lucio Lucilio Prisco, uno dei due massimi magistrati locali, pavimentò con lastre d'arenaria ai tempi d'Augusto
Il pubblico può passeggiare tra i monumenti onorari e le vetuste architetture, tra l'edificio termale e i quartieri d’abitazione, e infine visitare il piccolo Antiquarium che, accanto ai calchi della Tabula Alimentaria traianea e della Lex de Gallia Cisalpina, accoglie i reperti che illustrano i momenti più significativi della storia di Veleia: le sue origini liguri, l'edificazione dei principali monumenti pubblici, le testimonianze degli arredi e dello stile di vita delle dimore private, i riti funerari e il ricordo degli spettacoli gladiatori.

Museo Nazionale Etrusco "Pompeo Aria" di Marzabotto (BO) e antica città di Kainua
museo aperto dalle 9 alle 18.30 - area archeologica dalle 8 alle 19
biglietto d'ingresso € 3,00

Marzabotto (BO), la Necropoli orientaleCiò che fa di Marzabotto, l’antica Kainua, una testimonianza unica nell’ambito della civiltà etrusca è la straordinaria conservazione - dovuta all’abbandono dei luoghi a partire dall’invasione celtica del territorio - dell’originale impianto della città, scandito dalle ampie strade che si incrociano ortogonalmente, suddividendo in modo regolare lo spazio urbano orientato secondo i canoni dell’etrusca disciplina.
La visita al sito si snoda, sullo sfondo dei calanchi, dai resti dell’abitato sul vasto pianoro, alle costruzioni sacre dell’acropoli, alle aree funerarie subito al di fuori della città dei vivi.
Il museo -dedicato a Pompeo Aria, organizzatore del primo nucleo della collezione- raccoglie le testimonianze, ricche di suggestione, della vita della città, che prosperò dalla fine del VI alla metà del IV secolo a.C., con i ricchi corredi delle necropoli, le ricostruzioni di tetti e degli alzati delle case, le statuette votive in bronzo e la testa di Kouros, insieme a testimonianze dal territorio circostante (i ricchi corredi funerari etruschi da Sasso Marconi).

Complesso della Villa Romana di Russi (RA)
aperto dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso 18.30)
biglietto d'ingresso € 2,00

Russi (RA), pavimenti a mosaico della Villa RomanaNato per lo sfruttamento agricolo della zona nell'antichità, l’insediamento rustico di Russi é forse il più importante finora noto dell’Italia settentrionale. Conobbe il massimo splendore tra il I e il II sec. d.C. quando il complesso fu completamente ristrutturato, anche scenograficamente, da un proprietario probabilmente arricchitosi vendendo le eccedenze agricole alla flotta militare romana che, dall'epoca di Augusto, aveva sede a Ravenna. È in questo periodo che la villa, gestita da un liberto con mansioni di fattore (procurator) al comando di un gran numero di schiavi, esce dall’autosufficienza per diventare una vera a propria macchina produttiva. Le dimensioni della cucina comune attestano che vi si cucinasse per un gran numero di persone, quale doveva essere il personale della villa nei momenti di maggiore impegno come aratura e mietitura (generalmente di cereali) o raccolta e pigiatura dell'uva.
Il proprietario (dominus) viveva in villa saltuariamente ma il suo alloggio era comunque lussuoso, con sala da pranzo (triclinium), stanza per ricevere (tablinum), impianto termale e pavimenti a mosaico.
Dopo un periodo di decadenza coincidente con l’allontanamento della flotta militare, la villa è parzialmente rioccupata quando la corte imperiale si trasferisce a Ravenna (V e il VI sec.) per poi essere definitivamente abbandonata in epoca medievale.