“Il potere e la morte”
L’aristocrazia, i guerrieri e i simboli del loro potere. I corredi delle tombe tracciano il ritratto dei villanoviani “eccellenti” della Verucchio della prima età del ferro
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Ufficio stampa SBAER
17 marzo 2006
 
Gli elmi con cresta e speroni, le vesti ricamate, le fibule in oro e ambra, i carri da guerra e le armi da parata: nei modi il carisma del potere, nell’aspetto i suoi simboli. In vita e in morte. Erano villanoviani di rango, “uomini eccellenti” che manifestavano ai vari livelli della vita sociale il proprio rango e il proprio potere politico, religioso e militare. Sono loro, e i prestigiosi corredi delle loro tombe, i protagonisti della mostra “Il Potere e la Morte” al via dal 13 aprile 2006 al Museo Civico Archeologico di Verucchio. Semplicemente strepitosi i pezzi esposti, tra cui un tavolino tripode a gambe figurate, numerosi ornamenti in oro, argento, avorio e ambra, un abito villanoviano (recentemente restaurato) e una serie di 28 testine in bronzo, in origine forse applicate su un coperchio in legno. La mostra riprende i temi affrontati con lo studio della Tomba del Trono e si incentra sulla figura maschile con l’intento di tratteggiare i caratteri essenziali di questa componente della società verucchiese nella fase orientalizzante della fine dell’VIII secolo a.C. Punto di partenza sono naturalmente le manifestazioni funerarie che, per quanto mediate culturalmente e legate a precisi vincoli rituali, restano l’immagine più diretta delle società antiche, specie per le fasi protostoriche. Con esse, i componenti di queste società comunicavano ai contemporanei il proprio status all’interno della comunità, cercando al contempo di proiettare un’immagine di sé capace di influenzare e condizionare il contesto socio-politico di appartenenza. Il recente restauro di materiali scavati nel 1971 -realizzato con il contributo dell’IBC, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della regione Emilia-Romagna- ha permesso una nuova lettura di alcuni fra i più importanti contesti tombali di Verucchio villanoviana, pertinenti ad individui di alto rango connotati come guerrieri dai prestigiosi oggetti che componevano i loro corredi funerari. Il percorso espositivo prevede una selezione ragionata dei materiali provenienti dai contesti funerari, trattando in distinte sezioni tematiche gli aspetti che maggiormente caratterizzavano le figure maschili di rango nella società verucchiese: l’abbigliamento, il banchetto e la guerra. La prima sezione propone il tema dell’abbigliamento e del costume attraverso la ricostruzione filologica (realizzata in Danimarca) di uno dei mantelli recuperati nella Tomba del Trono e l’esposizione di un abito rinvenuto nella Tomba B/1971, restaurato dalla Prof. Annemarie Stauffer della Fachhoschschule di Colonia. La presenza di oggetti in materiale deperibile, quali i tessuti, i legni, i vimini e le ambre rinvenuti a Verucchio e conservatisi grazie alla particolare natura del terreno, costituiscono un patrimonio unico e rappresentano un tassello fondamentale per chi voglia ricostruire il mosaico dell’Italia centro-settentrionale e adriatica tra l’VIII e il VII sec. a.C. La sezione relativa al banchetto -momento essenziale nella manifestazione del rango nelle comunità aristocratiche dell’età orientalizzante- propone la ricostruzione di una tomba rinvenuta lungo la Strada Provinciale Marecchiese. Qui, oltre agli arredi lignei e al vasellame bronzeo e ceramico, spicca un tavolino a tre gambe figurate in cui l’iconografia della belva e del serpente è probabilmente espressione simbolica di concezioni mitologiche legate al ciclo della vita e della morte. L’importanza della guerra è testimoniata dalla quantità di armi sia da difesa (elmi, scudi) che da offesa (spade, coltellacci, lance e giavellotti, asce) rinvenute in un gran numero di tombe maschili. La presenza di oggetti certamente non funzionali ma molto elaborati e di grande pregio, come alcuni elmi e spade, dimostra il significato non solo reale ma anche simbolico -e quindi riconducibile alla gestione del potere- della funzione guerriera. Di particolare significato la frequenza di tombe con due elmi, di cui uno funzionale (conico con cimiero) e l’altro solo da parata (con alta cresta e speroni). A conclusione della mostra si tornerà sul tema funerario in senso più stretto unificando concettualmente i materiali esposti attraverso un contesto tombale esposto integralmente. Ciò avrà il duplice obiettivo di riportare il visitatore alla concretezza del dato archeologico -così come si presenta al suo rinvenimento- e di concludere l’itinerario tematico proposto. A tal fine è parso logico valorizzare la già esistente esposizione della Tomba del Trono (89/1972 Lippi), integrandola al percorso della mostra di cui diventerà la naturale conclusione. Qui è visibile, anche nella sua struttura funeraria, la tomba di un giovane uomo (30-35 anni) cui sono stati riconosciuti gli attributi relativi al suo ruolo militare, insieme ad altri che manifestavano il potere esercitato nella sfera civile e religiosa (lo scettro, l’ascia, il cofanetto). Per l’ottimale stato di conservazione, questa è fino ad oggi la tomba di maggiore spicco anche se non l’unica di tale rango, come dimostrano i materiali esposti in questa mostra. Verucchio dominava un territorio, collegato all’Etruria dal corso del fiume Marecchia di cui Rimini rappresenta l’accesso al mare, fondamentale sia per l’utilizzazione delle risorse che nel quadro delle relazioni tra l’Egeo, la penisola italiana e l’Europa continentale. Sono state rinvenute circa 500 sepolture, collocabili in un arco di tempo compreso tra il IX e il VII secolo a.C. Le caratteristiche delle tombe e dei corredi permettono di distinguere ruoli differenziati in relazione al rango, al sesso e all’età. I personaggi eminenti assumevano ruoli che univano il potere civile, militare e religioso; la funzione guerriera rivestiva notevole importanza, come in tutte le società dell’età del ferro italiana. D’altro canto anche alle donne erano attribuiti ruoli di prestigio e certamente non limitati all’ambito domestico. Tipica di Verucchio è una forte capacità di fare propri, rielaborandoli, spunti di diversa provenienza, con precise scelte che riguardano ambiti strettamente connessi alla consapevolezza di sé da parte della comunità. Alla fine del VII secolo a.C. nell’Adriatico si realizzano nuovi equilibri, con una ristrutturazione delle reti di scambio dovuta alla presenza greca: Verucchio non sembra essere stata in grado di rispondere alla sfida e mantenere un ruolo di rilievo. Con questa mostra il Museo Archeologico di Verucchio apre al pubblico la restaurata Chiesa di S. Agostino che, attigua e comunicante con il museo stesso, lo arricchisce di un nuovo spazio particolarmente adatto alla realizzazione di esposizioni temporanee. Si coglierà l’occasione per esporre materiali eccezionali provenienti da alcuni fra i più importanti contesti tombali di Verucchio e recentemente restaurati, oltre ad alcuni oggetti frutto della campagna di scavo effettuata dal 13 giugno al 30 settembre 2005, selezionati in base alla loro attinenza con il tema trattato.

Verucchio (RN), ex Chiesa di Sant’Agostino e Museo Civico Archeologico, Via S. Agostino - Dal 13 aprile 2006 al 6 gennaio 2007. Orari: dal 13 aprile al 30 settembre 2006, tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.30; dal 1 ottobre 2006 al 6 gennaio 2007, sabato dalle 14.30 alle 18.30, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18 (escluso Natale e Capodanno), per gruppi e scolaresche aperto tutti i giorni previa prenotazione telefonica (0541.670222)

Telefono 0541.670222, Fax: 0541.673266, e-mail: iat.verucchio@iper.net Sito Web: http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/

Biglietto: intero Euro 5,50 - ridotto Euro 4,00 (da 8 a 14 anni; sopra 65 anni; possessori biglietto Rocca Malatestiana di Verucchio) - ridotti scuole: € 3,00 (con percorso didattico guidato) N.B. Il costo del biglietto include in ogni caso la visita alla Mostra ed al Museo Archeologico Guida alla mostra edita dall’Editore Pier Giorgio Pazzini di Verucchio