A teatro nel foro romano di Veleia, come 2mila anni fa
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Ufficio stampa SBAER
7 luglio 2008

Area archeologica di Veleia in località Rustigazzo a Lugagnano Val d’Arda (PC)

domani sera il primo appuntamento teatrale

martedì 8 Luglio 2008 alle ore 21,30
"Agamennone"
Testo di Ghiannis Ritsos. Con GIOELE DIX
Musiche composte ed eseguite dal vivo da Bebo “Best” Baldan

In caso di pioggia gli spettacoli si svolgeranno presso il comune di Lugagnano Val D’Arda (PC)
Dopo gli spettacoli degustazione di vini della Val Chiavenna e di salumi piacentini offerti da Salumificio La Rocca di Castell’Arquato

Biglietto: prima fila 20 euro, seconda fila 15 euro, altre file 8 euro, riduzioni 20% per under 18 e over 65

Info e prenotazioni: Associazione Cavaliere Azzurro, Tel. 0523.769292 - 331.9559753 - info@veleiateatro.com  - www.veleiateatro.com
oppure
Comune di Lugagnano, Urp 0523.891232 - 0523.891208

Prevendita (attiva a partire da giovedì 26 giugno) presso lo sportello di Cariparma, sede di Piacenza, Via Poggiali n. 18 a Piacenza, dal lunedì al venerdì dalle ore 8.15 alle 13.30 e dalle 14.45 alle 15.45

Cinque serate di teatro nella suggestiva cornice del foro romano di Veleia. Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con il Festival di Teatro Antico, la rassegna che si tiene ogni estate a Veleia, sito archeologico dell’Appennino piacentino tra i più importanti dell’Italia settentrionale. Gli spettacoli hanno luogo nella stessa piazza dove si svolgevano 2mila anni fa, quel foro pavimentato in età augustea in lastre d'arenaria che con i suoi monumenti e i resti di vetuste architetture è un’incomparabile scenografia naturale.

Si comincia martedì 8 luglio con “Agamennone” di Ghiannis Ritsos. Intensa prova d’attore di Gioele Dix che dà vita a un disperato e fremente monologo dedicato ad Agamennone da un grande poeta come Ghiannis Ritsos; musiche composte ed eseguite dal vivo da Bebo “Best” Baldan.

Agamennone-Dix stupisce e sorprende favorevolmente, perché si scopre che l’attore divenuto famoso per le imitazioni in televisione, dimostra di possedere un eccezionale talento. (Gazzetta del Sud)
Un Gioele Dix disperato e fremente dà fiato e voce con eccellenti risultati a un monologo dedicato ad Agamennone da un grande poeta come Ghiannis Ritsos. (Il Giornale)
È una grande e notevole prova d’attore l’interpretazione che Gioele Dix dà dell’Agamennone creato dalla penna di Ritsos. Scettica modernità, proseica verità interiore, dolente “understatement”: tutto questo è Agamennone/Dix in un lavoro teatrale con piani di lettura e di ascolto che si sfasano e si inseguono, tra notazioni realistiche e “flusso di coscienza”.

Gli spettacoli hanno inizio alle 21,30 e, in caso di pioggia, si terranno presso il comune di Lugagnano Val D’Arda (PC). Il costo del biglietto è di 20 euro per la prima fila, 15 euro per la seconda e 8 euro per le altre file; sconto del 20% per gli under 18 e gli over 65
La rassegna è promossa da Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Piacenza e Comune di Lugagnano Val d’Arda.
Info e prenotazioni: Associazione Cavaliere Azzurro Tel. 0523.769292 - 331.9559753 info@veleiateatro.com  oppure Comune di Lugagnano, Urp 0523.891232 - 891208
Prevendita: allo sportello di Cariparma di Piacenza, Via Poggiali n. 18, dal lunedì al venerdì dalle ore 8.15 alle 13.30 e dalle 14.45 alle 15.45

Il municipium di Veleia fu fondato in seguito alla conquista romana del II secolo a.C. nel cuore del territorio della tribù ligure dei Veleiates o Eleates sul luogo del preesistente centro indigeno di cui sono testimonianza le tombe più antiche scoperte a nord-est del foro. La città si sviluppò su un sistema di terrazze digradanti lungo la collina.
Il foro fu edificato su un ripiano artificiale ottenuto con un massiccio sbancamento. Pavimentato ai tempi di Augusto in lastre di arenaria da Lucio Licinio Prisco, uno dei massimi magistrati locali, è circondato su tre lati dai resti di un portico su cui si aprivano botteghe e ambienti a destinazione pubblica. Un imponente ingresso a duplice prospetto tetrastilo, inserito nel colonnato del foro, ne consentiva l’accesso dalla terrazza più bassa.
A sud il complesso era chiuso dalla basilica, edificio a navata unica, dove addossate alle pareti di fondo si levavano le dodici grandi statue in marmo di Luni raffiguranti i membri della famiglia giulio-claudia, trasferite già nel Settecento nel Ducale Museo di Antichità, oggi Museo Archeologico Nazionale di Parma.
A monte, i resti dei quartieri di abitazione meridionale e di un edificio termale sono sovrastati dalla terrazza su cui si erge -fin dal medioevo- la pieve dedicata a S. Antonino.
Patrimonio culturale della regione fin dal 1760 (quando il Duca di Parma don Filippo di Borbone ne avviò l’esplorazione a seguito del ritrovamento casuale, nel 1747, dell’iscrizione bronzea della Tabula Alimentaria traianea) e da allora oggetto di scavi e ricerche, Veleia è oggi uno dei centri archeologici più importanti dell’Italia settentrionale