Le Mummie di Roccapelago: una comunità del '600-'700 si racconta
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Ufficio stampa SBAER
14 febbraio 2013

Accademia “Lo Scoltenna” in collaborazione con Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Alma Mater Studiorum, Laboratorio di Antropologia di Ravenna e Parrocchia di Roccapelago

sabato 2 marzo 2013, ore 16

Giornata di Studi
LE MUMMIE DI ROCCAPELAGO: UNA COMUNITÀ DEL ‘600-‘700 SI RACCONTA
con letture di brani tratti dai registri parrocchiali e videoproiezioni

Una delle mummie "naturali" rinvenute nella cripta della Chiesa di Roccapelago (foto Paolo Terzi)Pavullo nel Frignano (MO)
Sala Consiliare della Comunità Montana
Via Giardini, 9
ingresso libero

Sabato 2 marzo 2013, la Sala Consiliare della Comunità Montana di Pavullo ospita una giornata di studi storico-archeologici dedicata al territorio e alle ormai famose mummie rinvenute a Roccapelago nel gennaio 2011.
Partendo dalla scoperta casuale avvenuta nella Chiesa della Conversione di San Paolo Apostolo, i relatori presenteranno una ricostruzione della vita di coloro che abitarono Roccapelago tra il XVII e il XVIII secolo. Saranno esaminate le importanti informazioni acquisite sui resti umani dalle analisi di laboratorio mentre lo studio degli straordinari per quanto semplici tessuti recuperati nello scavo con i corpi mummificati consentirà una concreta riflessione su come trascorresse la vita dei membri di questa comunità.
La giornata ha l’obiettivo di far conoscere la scoperta delle mummie di Roccapelago e le tante importanti informazioni utili a una ricostruzione storica che da questa sono venute (e che certamente ancora verranno). Lo stato di conservazione, la singolare zona sepolcrale in cui i corpi sono stati trovati e la realtà che fino ad ora li ha celati e protetti, consentirà anche in futuro di poter scrivere su queste persone bellissime pagine di storia.
Il Presidente Livio Migliori e l’accademia “Lo Scoltenna” hanno voluto proporre questo evento per richiamare l’interesse di cittadini e soci su questa scoperta archeologica originale e unica, nella speranza di fornire spunti di riflessione, perché no, anche a scrittori e poeti. Sarà presente anche Donato Labate che ha curato la direzione scientifica degli scavi archeologici per conto della Soprintendenza dei Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
I relatori alterneranno parti più strettamente tecnico-scientifiche, concernenti le analisi effettuate sui corpi mummificati, a momenti espositivi più suggestivi. La studiosa Thessy Schoenholzer Nichols tratterà il tema specifico della realizzazione dei tessuti: la mole di stoffe recuperate nel sito di Roccapelago, benché per la maggior parte incomplete, si spiega anche con i numerosi e fantasiosi espedienti sartoriali adottati per riadattare le camicie di un’intera vita.
Una parte dell’incontro sarà dedicata alla salute e stile di vita della comunità di Roccapelago: l’equipe del Laboratorio di Antropologia del Dipartimento di Storia e metodi per la Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna, diretto da Giorgio Gruppioni, incrocerà i dati acquisiti dalle analisi con la documentazione dell’archivio parrocchiale che getta luce su alcuni momenti di vita vissuta, grazie alle importanti annotazioni dei curati.
La giornata di studi sarà animata dalla recitazione di brani tratti dai registri parrocchiali di Roccapelago e da una serie di proiezioni video che aiuteranno a comprendere meglio la struttura sociale, il modo di pensare e persino la componente emotiva degli abitanti di questo piccolo borgo dell’Appennino modenese.
L’iniziativa, nata da un'idea dell'antropologa Vania Milani in collaborazione con l’Accademia "Lo Scoltenna", è aperta a tutti.
Per info: Vania Milani 339 2395308 / Livio Migliori 340 7108269

intervengono: Livio Migliori, Presidente dell’Accademia “Lo Scoltenna” e Donato Labate, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
Relatori: Vania Milani e Mirko Traversari, archeoantropologi, Thessy Schoenholzer Nichols, sudiosa del costume
Letture di Maria Grazia Biondi
Coreografia di Annarosa Biondi
Fotografie: Donato Labate, Vania Milani, Thessy Schoenholzer Nichols, Massimo Tramontano, Mirko Traversari, Barbara Vernia
Promotori: Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, Accademia “Lo Scoltenna”, Università di Bologna Laboratorio di antropologia , Parrocchia di Roccapelago, Associazione Pro-Rocca e Comune di Pievepelago

Per informazioni:
Accademia “Lo Scoltenna”, c/o Municipio Via A. Ferrari 2 (angolo p.zza V. Veneto), Pievepelago (Modena)
Presidente: Livio Migliori, cell. 340 7108269, fax 0536 72025 - accademiascoltenna@gmail.com  -  www.scoltenna.org

La Chiesa della Conversione di San Paolo Apostolo, a Roccapelago, sorge su uno sperone roccioso elevato, con una sola via d’accesso, che fu sfruttato tra il 1370 e il 1400 per insediarvi una fortezza presidiata da Obizzo da Montegarullo, uno dei più potenti signori del Frignano, che alla fine del XIV secolo si ribellò al dominio agli Estensi.
Sul finire del Cinquecento, quando ormai il complesso militare era in disuso, una parte della rocca fu riadattata per realizzare una chiesa parrocchiale che raggiunse la massima giurisdizione territoriale nel XVII secolo.
Dal 2008 al xxx, il complesso è stato oggetto di un importante lavoro di restauro architettonico. I lavori sono stati preceduti da controlli archeologici condotti sul campo dall’archeologa Barbara Vernia e dagli antropologi Vania Milani e Mirko Taversari, sotto la direzione scientifica degli archeologi Donato Labate, Luigi Malnati e Luca Mercuri  della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
Oltre al recupero di due vani del castello medievale e di sette tombe con sepolture multiple, gli scavi archeologici hanno indagato un ambiente voltato interrato che in origine era pertinente alla rocca ma che dopo la costruzione della chiesa fu trasformato prima in cripta cimiteriale (con sepoltura nel sottosuolo) e poi in fossa comune (con deposizioni multiple sopraterra). Questa fossa è stata probabilmente chiusa alla metà dell’Ottocento, sigillando per sempre una miniera di informazioni sulla piccola comunità di Roccapelago.
L’ambiente ha restituito complessivamente circa 281 sepolture fra infanti, bambini e adulti, molti dei quali mummificati naturalmente grazie al microclima creatosi all’interno della cripta, favorito da due aperture sulla parete est.
Il ritrovamento di questi resti umani è di enorme interesse scientifico. Mummie di questo genere forniscono molte informazioni sulle vicende umane di individui vissuti nel passato, consentendo spesso di ricostruirne l’aspetto somatico, il sesso, l’età di morte, fino all’identità genetica attraverso l’esame del DNA estratto dai resti.
Lo studio degli scheletri dà indicazioni sulla dieta, altri fattori riconducibili a malattie, stati carenziali, attività fisica svolta o eventi traumatici che hanno colpito il soggetto nel corso della sua esistenza. Le prime osservazioni sui materiali osteoarcheologici di Roccapelago hanno fornito dati di grande interesse, anche in riferimento alle particolari condizioni ambientali, di vita, sussistenza e isolamento geografico in cui è vissuta per secoli questa piccola comunità
Si aprono quindi straordinarie possibilità di studio per archeologi e scienziati che stanno lentamente ricostruendo vita, attività e cause di morte di un’intera comunità tra il XVI e il XVIII secolo.
Al termine degli studi, alcuni resti mummificati resteranno esposti nel luogo del rinvenimento (dunque nella cripta della chiesa) mentre la maggior parte delle salme troverà degna sepoltura nel cimitero di Roccapelago.

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