Gli scavi archeologici nella cripta della Cattedrale di Reggio Emilia
Home - Comunicati stampa - Conferenza stampa del 13 gennaio 2009 (scavi nella Cattedrale di Reggio Emilia)
Ufficio stampa SBAER
14 gennaio 2009

Il mosaico tardoantico (IV sec. d.C.) nella cripta della Cattedrale di Reggio Emilia: un ritrovamento straordinario

Martedì 13 gennaio 2009, nella prestigiosa sede della Sala Conferenze del Museo Diocesano di Reggio Emilia, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione delle nuove scoperte archeologiche emerse durante i lavori di restauro della cripta della Cattedrale di Reggio Emilia.
Erano presenti l'Architetto Carla Di Francesco, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, il Dott. Luigi Malnati, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, la Dott.ssa Renata Curina, archeologa della Soprintendenza e direttore scientifico degli scavi, Mons. Francesco Marmiroli, Vicario Episcopale per la Cattedrale di Reggio Emilia, l'Architetto Mauro Severi, Direttore dei lavori di restauro della Cattedrale di Reggio Emilia e Giancarlo Bellentani, Vice Presidente del Comitato per il Restauro della Cattedrale di Reggio Emilia.


Il tavolo dei conferenzieri. Da sin: Renata Curina, Giancarlo Bellentani, Luigi Malnati, Carla Di Francesco, Mauro Severi, Mons. Marmiroli

Dopo i ringraziamenti di rito, Mons. Marmiroli ha sottolineato la grande opportunità fornita dai lavori di ristrutturazione della Cattedrale che ha restituito ai reggiani la loro chiesa madre, oltre a introdurre notevoli elementi di conoscenza della storia della città.
Bellentani ha ricordato gioie e dolori di un restauro, quello della Cattedrale, iniziato nel 2002 e tuttora in corso; l'architetto Severi ha confermato che entro due anni sarà completato il restauro dell'intera cripta, realizzato con il finanziamento del Ministero per i beni e le attività culturali.
Una delle tante ipotesi avanzate in merito alla ricostruzione delle parti mancanti del mosaicoIl soprintendente Malnati ha ribadito che in Emilia-Romagna le scoperte archeologiche non sono mai fortuite ma derivano da un'attenta operazione di controllo del territorio in grado di produrre interventi concertati e programmati. Nel merito del rinvenimento del mosaico, ha ricordato che inizialmente si pensò fosse pertinente ad un edificio religioso, vista la collocazione sotto quella che sarebbe diventata la chiesa più importante della città. Per questo si ipotizzò che il primo lacerto di mosaico rinvenuto, quello raffigurante il busto di un uomo nudo sorretto da dietro da due braccia, rappresentasse un Noè ubriaco sostenuto dai figli. La prosecuzione degli scavi ha però deposto a favore di un pavimento a mosaico pertinente ad un edificio civile, di proprietà di un personaggio molto importante per Regium Lepidi, un patrizio o un magnate. La conferma sembra venire dalle due figure nude rinvenute verso l'abside della cappella di destra della cripta, una rappresentazione chiaramente pagana che oltretutto parrebbe datare il mosaico a un'età precedente gli editti dell'Imperatore Teodosio, promulgati tra il 391 e il 392 d.C., che vietavano i culti non cristiani, sia pubblici che privati. Il mosaico sarebbe dunque stato realizzato nel IV secolo d.C.
Dopo aver descritto il più recente e straordinario pezzo di mosaico rinvenuto poco prima di Natale, una figura maschile con il capo cinto d'edera che regge in una mano un fiore di loto e nell'altra un lituo (bastone ricurvo, nell'antica Roma strumento di culto), Malnati ha concluso sottolineando l'enorme pregio del mosaico rinvenuto nella cripta, per l'età tardoantica certamente il più importante mai rinvenuto tra Piacenza e Bologna e fra i più interessanti di tutta l'Italia settentrionale.
L'archeologa Curina ha ricordato la complessa stratigrafia intercettata durante gli scavi, un sovrapporsi di livelli che raccontano la storia cittadina dal IV al XIV secolo. Ha anche confermato che, entro breve, sarà distaccato anche l'ultimo lacerto di mosaico rinvenuto; si deciderà poi come e dove esporlo al pubblico.
A conclusione della conferenza stampa, l'architetto Di Francesco ha voluto ricordare l'ottimo rapporto e il clima di collaborazione che lega la città di Reggio Emilia al Ministero per i beni e le attività culturali. "Noi abbiamo un nuovo modo di intendere i lavori di restauro -ha detto-, che consiste nel conservare, studiare e leggere il monumento per restituirgli la sua comprensibilità. Questo è certamente un edificio sorprendente e la nostra speranza è che in questo e altri restauri si possano raccogliere e ricollegare elementi che aiutino a comprendere la storia della città"