Il leone di Fossalta, muto guardiano
della distrutta tomba di un ufficiale romano
Faceva parte di un imponente monumento funerario di età augustea
Il ritrovamento in un cantiere privato sottoposto a verifica archeologica
preventiva
La
statua di un leone a grandezza quasi naturale, ricavata da un unico blocco di
calcare bianco, che con una o forse tre sculture speculari “presidiava” un
sepolcro monumentale, distrutto in antico, che sorgeva lungo l’antica via
consolare Aemilia. E’ questa la straordinaria scoperta archeologica fatta nei
giorni scorsi a Modena, in località Fossalta, a circa due metri di profondità
dal piano di calpestio, durante i lavori di ampliamento di un fabbricato
dell’Agenzia di Onoranze Funebri C.O.F.I.M. di proprietà di Gianni Gibellini.
Statue di questo tipo sono attestate nell’architettura funeraria di età romana,
soprattutto tra la seconda metà del I sec. a.C. e i primi decenni del I sec.
d.C. Tuttavia il ritrovamento di questo quinto leone (a Modena ce ne sono altri
quattro, tre riutilizzati nel Duomo e un quarto esposto nel Lapidario Estense)
sembra confermare una volta di più la fama di città “splendidissima”
tramandataci da Cicerone .
La statua si presenta in buono stato di conservazione. L’animale è reso in
posizione frontale, con la testa girata di tre quarti, priva della faccia;
mancano anche gli arti posteriori e la zampa anteriore destra. In compenso quel
che resta è di straordinaria bellezza. La criniera è scolpita con grande risalto
plastico e naturalistico, a ciocche voluminose e serpeggianti. Sul fianco si
vedono nitidamente le costole e sul ventre addirittura le vene capillari. La
coda, di cui manca il pennacchio, avvolge il posteriore della bestia, come
quella dei leoni coevi, ritrovati nel Medioevo, ora a guardia della porta del
Duomo.
Dopo l’imponente ara di Vetilia Egloge, recuperata nel 2007 ed ora esposta nel
Lapidario Romano dei Civici Musei di Modena, la Via Emilia ci restituisce
un’altra importante testimonianza del passato. Il cantiere dove è avvenuto il
ritrovamento si trova in un’area indicata ad alta potenzialità archeologica nel
PRG di Modena e pertanto controllata fin dall’inizio dalla Soprintendenza per i
Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna. I lavori di scavo si sono svolti sotto la
direzione scientifica del Soprintendente Luigi Malnati e dell’archeologo Donato
Labate e sono stati coordinati sul campo da Xabier Gonzalez Muro della ditta
Pegaso Archeologia.
Questo ritrovamento è avvenuto nella stessa zona dove, otto anni fa, era stata
scavata una necropoli tardoantica, databile tra la metà del III e la fine del IV
sec. d.C. Gli scavi recuperarono alcuni frammenti provenienti da monumenti più
antichi, riutilizzati per la copertura delle tombe. Uno in particolare,
decorato con un gladio appeso a un chiodo e semicoperto da uno scudo,
indicherebbe che la tomba sia appartenuta a un graduato dell’esercito romano o
comunque a un eminente personaggio. Se tutti questi frammenti, come sembra,
appartengono allo stesso monumento funerario di cui faceva parte il leone appena
recuperato, si potrebbe tentare un’ipotesi ricostruttiva dell’intero manufatto.
Dopo gli interventi di restauro, che saranno curati dalla Soprintendenza per i
Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali deciderà la destinazione della statua
per informazioni scientifiche: Donato Labate
(donato.labate@beniculturali.it
- tel 339.7930338) e Xabier Gonzalez Muro
(xabier.gonzalez@unibo.it -
tel 338.5484421)
per ulteriori informazioni
http://www.archeobologna.beniculturali.it/modena_fossalta/scavo_2009.htm