Aspettando il solstizio in compagnia degli Etruschi
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Ufficio stampa SBAER
17 giugno 2013

Dalla mezzanotte di sabato 22 alla sera di domenica 23 giugno, gli Etruschi rivivono tra Marzabotto e Labante, con ludi, libagioni, antichi suoni e curiosità

Aspettando il solstizio in compagnia degli Etruschi

La veglia notturna, l'avvento dell'alba, il rito di fondazione della città di Kainua e la curiosa storia del falco della notte...

Sabato 22 giugno, dalla mezzanotte, Una notte al Museo in compagnia degli Etruschi. Aspettando il solstizio
MARZABOTTO (Bologna), Città etrusca di Kainua, via Porrettana Sud n. 13

Domenica 23 giugno, dalle ore 10.30, L’acqua degli uomini, l’acqua degli dei
CASTEL D’AIANO (BO), Grotte di Labante, frazione San Cristoforo di Labante

Domenica 23 giugno, dalle ore 16, Gli Etruschi maestri di idraulica
MARZABOTTO (Bologna), Città etrusca di Kainua, via Porrettana Sud n. 13

info 051.932353
Ingresso gratuito. Si consiglia di portare torcia, plaid e repellente per insetti

L’iniziativa chiude l’edizione 2013 delle ArcheoloGITE BOLOGNESI

La statuetta di bronzo della dama di Marzabotto incorniciata dai calanchi e dalla necropoli orientalePerché i sacerdoti etruschi costruivano le città sul punto d’incrocio degli assi celesti? Lo sapevate che tutte le tombe e i monumenti sacri della città di Kainua sono realizzati con il travertino estratto dalle Grotte di Labante? E come mai dal 1 agosto 1882, il Comune di Caprara sopra Panico cambia il proprio nome in Marzabotto?
A queste e altre domande darà risposta la lunga notte etrusca tra sabato 22 e domenica 23 giugno, che inizierà poco dopo la mezzanotte al Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto per poi spostarsi in mattinata alle Grotte di Labante e concludersi nel tardo pomeriggio di nuovo a Marzabotto
In occasione del solstizio, l’antica città di Kainua rivive il momento magico della sua fondazione al termine di una notte in compagnia degli Etruschi, tra incontri, visite guidate, curiosità, rievocazioni storiche, suoni e bevande antiche

Anche quest’anno, i traghettatori della notte hanno a disposizione un programma variegato che inizia nel museo poco dopo la mezzanotte. Qui gli antenati etruschi accolgono il pubblico mentre il coro Farthan di Marzabotto esegue per la prima volta “La canzone di Kainua”, musica di Elide Melchioni su testo di ispirazione etrusca di Corrado Re e Dario Pedrazzini.
All'una, durante la visita guidata condotta da Paola Desantis e Tiziano Trocchi, le immagini dei personaggi più significativi del museo tornano in vita per raccontare l'intreccio delle loro storie sull'antico pianoro
Verso le tre di notte, il Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Filippo Maria Gambari, si produce in un curioso quanto documentato excursus sull'origine del nome odierno della città che fu l'Etrusca Kainua. Un passato appassionante che vale la pena di ripercorrere, restituendo all'archivio storico di Marzabotto -distrutto dalla guerra- le sue perdute pagine di storia
Dopo la veglia di solstizio, fra ludi e libagioni, verso le quattro ci si sposta nell’area centrale della città, presso il decussis, dove Antonio Gottarelli illustra i riti etruschi di fondazione nella magia della prima aurora dell’estate.
La levata del sole sarà accolta da un concerto di Igor Niego con musiche antiche e suggestioni etrusche

La domenica mattina ci si sposta alle Grotte di Labante (frazione San Cristoforo di Labante di Castel d'Aiano) da cui gli Etruschi di Marzabotto traevano la particolare pietra che caratterizza i loro monumenti sacri e funerari.
Alle ore 10,30 Paola Desantis e Fabrizio Finotelli guidano il pubblico alla scoperta degli straordinari aspetti archeologici e geologici della grotta, nata dall’acqua e utilizzata fin dal tempo degli Etruschi, per poi spostarsi verso le 11,30 al molino di Povola per una visita guidata

Nel pomeriggio si torna al museo e all’area archeologica di Marzabotto dove, alle 16, gli studenti di Marzabotto e il popolo di Kainua danno vita ai gesti quotidiani e agli antichi riti degli Etruschi, “di tutti i popoli il più religioso”, come scriveva Tito Livio (V, Historiae, I, 67), nonché maestri eccelsi di idraulica
Dopo il concerto di Giovanni Maselli, che alle 18.30 esegue una scelta di brani dal XV al XVIII secolo con riferimenti al tema dell’acqua, la no-stop si chiude con un brindisi offerto dal Comune di Marzabotto

La partecipazione è libera e gratuita; è gradita la prenotazione al tel. 051.932353.
Nelle giornate di sabato 22 e domenica 23 giugno il museo resterà aperto con orario continuato e ingresso gratuito
L’iniziativa chiude l’edizione 2013 delle ArcheoloGITE BOLOGNESI e si svolge in concomitanza con il Festival Kainua, curato dalla locale Pro Loco, che si tiene nel Parco Urbano di Marzabotto, per la regia di Maria Paone

L'iniziativa è promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Museo Nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto, e dalla Provincia di Bologna in collaborazione con Comune di Castel D’Aiano e Pro Loco di Labante, Comune e Pro Loco di Marzabotto, Istituto Comprensivo di Marzabotto, Gruppo Archeologico Bolognese, Stefano Muratori, Coop Reno di Marzabotto, Bar del Museo.
"Una notte in compagnia degli Etruschi" è un progetto della Direzione del Museo Nazionale Etrusco di Marzabotto, del Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà dell’Università di Bologna e di Corrado Re, in collaborazione con Associazione Teatro Marzabotto in Scena, Methlum Kainual APS, De Bello Italico, moroeventi.com. Coordinamento e Regia dell'animazione teatrale al Museo Corrado Re e Andrea Moretti.

 


La planimetria urbana di Marzabotto è un chiaro esempio di fondazione etrusco ritu, cioè di città delimitata e disegnata come proiezione terrena del templum celeste, così come prescritto dall’etrusca disciplina. È lampante l’esistenza di un vero e proprio piano urbanistico, elaborato teoricamente e concretamente applicato al terreno con un’unica operazione e in un solo momento, coincidenti la fondazione della città, perlomeno nelle sue linee essenziali.
La conferma definitiva è venuta dal ritrovamento, tra il 1963 e il 1965, di quattro ciottoli di fiume infissi nel terreno vergine, di cui uno inciso sulla sommità con una croce orientata secondo i punti cardinali. Si tratta del decussis, un cippo ricco di valenze simboliche che attesta che, proprio in quel punto, gli officianti addetti alla divisione della città definirono i principali assi stradali. Il cippo con decussis è il segno materiale che Marzabotto fu fondata seguendo le meticolose disposizioni previste dal rito di fondazione delle città etrusche, rito che prevedeva la ripartizione preliminare dello spazio urbano, inteso come proiezione sul terreno dell’ideale templum celeste.
Gli aùguri cominciavano col delimitare una porzione di cielo consacrata proprio in funzione del rito (e definita con il termine significativo di templum) all'interno della quale trarre gli auspici dedotti dal volo degli uccelli che la attraversavano, dai fenomeni meteorologici che in quel perimetro potevano verificarsi, o da altre manifestazione considerate provenienti dalle divinità.
Erano poi individuati il centro della città stessa e delle principali direttrici viarie scavando fosse in cui venivano deposte offerte e sovrapposti cippi che fungevano sia da punti di riferimento che da luoghi sacrali.
Veniva poi tracciato con un aratro dal vomere di bronzo un solco continuo che disegnava il perimetro delle mura, interrotto solo là dove si sarebbero aperte le porte delle città; il solco diventava subito linea inviolabile per tutti gli uomini e attraversarlo equivaleva ad attaccare la città. Lungo tutto il perimetro delle mura correva inoltre, tanto all'esterno quanto all'interno, un'ampia fascia di terreno (il pomerium) che non doveva essere né coltivata né edificata e che era dedicata alla divinità. Una solenne cerimonia di sacrificio inaugurava la città così prefigurata.
La fondazione di Roma a opera di Romolo e Remo così come ce l'hanno tramandata le leggende è un'applicazione puntuale del rito etrusco: i gemelli che osservano il volo degli uccelli per decidere chi dei due dovesse dare il nome alla città, il solco tracciato da Romolo, l'uccisione di Remo che, saltando all'interno del perimetro, profana i sacri confini e ''invade" la nuova fondazione.