"Archeologia in festa"
Home - Comunicati stampa - La mostra itinerante fa tappa a Ferrara
Ufficio stampa SBAER
27 marzo 2007

Mostra itinerante delle opere rientrate dal Museum of Fine Arts di Boston
11 splendidi vasi di produzione attica, apula e lucana, datati tra il 530 e il 310 a.C.
Saranno esposti al Museo Archeologico Nazionale dal 14 aprile al 24 giugno 2007
Ferrara unica tappa per nord-est e centro Italia

Loutrophoros apula attribuita al Pittore del Sakkos Bianco (320-310 a.C.)L’anfora a figure rosse e la loutrophoros di produzione apula, i crateri dipinti, le nestorides lucane, le lekythoi, la kalpis e la pelike di produzione attica e una straordinaria hydria del 530-520 a.C. Sono questi i capolavori rientrati da Boston che saranno esposti al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara dal 14 aprile al 24 giugno prossimo: un’occasione rara per apprezzare la diversità del linguaggio espressivo e formale dei vasi prodotti nelle officine ceramiche che operavano in Grecia e nell'Italia meridionale nel V e nel IV sec. a.C.
I reperti erano rientrati dagli Stati Uniti il 28 settembre scorso dopo l’accordo bilaterale tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Museum of Fine Arts di Boston; le opere sono tornate a casa dopo che le indagini dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno accertato la provenienza da scavi clandestini effettuati nel territorio italiano.
Dopo le tappe di Roma, Torino e Cagliari, la mostra approda a Ferrara, proprio in un museo che è uno dei più importanti al mondo per la ceramica attica. Ulteriore opportunità per mettere a confronto la produzione greca con quella italiota (cioè prodotta nell’Italia meridionale sotto influenza greca): nei vasi italioti infatti la rappresentazione del mito si coniuga a sperimentazioni che conferiscono al supporto fittile forme inusitate e per certi aspetti "barbare".
Sono di provenienza apula un’anfora a figure rosse (340-330 a.C.), attribuita al Pittore di Dario, che raffigura l’assassinio di Atreo, una loutrophoros del 320-310 a.C., attribuita al Pittore del Sakkos Bianco, e un cratere a campana (380-370 a.C.), attribuito al Pittore di Hoppin, con Troilo a cavallo che affronta Achille. Due sono le nestorides lucane, entrambe datate tra il 420 e il 410 a.C. e attribuite al pittore di Amykos, un ceramografo del metapontino famoso per la raffinatezza del linguaggio pittorico e la leggiadria delle figure.
Molti i vasi attici provenienti dall’Etruria, come la kalpis a figure rosse del Pittore di Berlino (485 a.C.) che ritrae Apollo mentre offre un sacrificio ad Artemide, Hermes e Latona, o il cratere a figure rosse del Pittore della Centauromachia del Louvre (440-430 a.C.) con scene di cacciatori traci. La lekythos a figure nere del Pittore di Diosphos, del 490 a.C., raffigura una delle fatiche di Ercole mentre la pelike a figure rosse del Pittore di Nausicaa (450 a.C.) è decorata con pitture che ricordano il mito di Fineo e le Boreadi. Sempre dall’Etruria, in particolare dall’area di Vulci, proviene il vaso più antico in mostra, una hydria a figure nere del 530-520 a.C., attribuita alla cerchia del Pittore di Antimenes, che mostra quattro cavalieri barbari, mentre di provenienza incerta è la lekythos a figure rosse attribuita al pittore di Terpaulus (500-490 a.C.), autentica rarità per la presenza della decorazione figurata sulla spalla.
“Questa mostra -ha dichiarato Francesco Rutelli, Ministro per i Beni e le Attività Culturali- rappresenta una pagina storica nella cooperazione internazionale contro i traffici illeciti di opere d’arte: l’altissimo valore delle opere trasferite dal Museum of Fine Arts di Boston, nonché la qualità e intensità del rapporto stabilito con quel Museo, resteranno agli atti come fondamentale momento di reciproco aiuto nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale dell’umanità”.
La mostra è promossa dal Ministero per i beni e le attività culturali -Direzione Generale per i Beni Archeologici- e Museum of Fine Arts di Boston; la tappa estense è realizzata in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, con il fondamentale contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e del Gruppo Archeologico Ferrarese.
Al termine della sosta ferrarese, la mostra partirà alla volta di Budapest per poi rientrare in Italia, al Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria e forse a Siracusa, prima della definitiva collocazione degli 11 reperti nei musei dei territori di provenienza.

Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
Via XX Settembre n. 122 - 44100 Ferrara
tel. 0532.66299 fax 0532.741270 e-mail sba-ero.museoarchferrara@beniculturali.it
apertura mostra dal 14 aprile al 24 giugno 2007 (con probabile proroga fino al 1 luglio)
orari: martedì-giovedì dalle 9 alle 14; venerdì-domenica dalle 9 alle 14 e dalle 15,30 alle 18,30; il 25 aprile apertura prolungata dalle 9 alle 14 e dalle 15,30 alle 18,30
Chiuso lunedì e 1 Maggio
biglietto intero € 4,00 ridotto € 2,00
gratuito durante la IX settimana della Cultura, dal 12 al 20 maggio
inaugurazione venerdì 13 aprile ore 17

per il download immagini clicca qui (scaduto)