Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna
In ricordo di Giorgio Bardella
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In memoria di Giuliana Riccioni, scomparsa a Bologna il 9 novembre 2008

Giorgio Bardella in un suo viaggio in AfricaVenerdì 29 marzo si è spento a Castel San Pietro Giorgio Bardella, per anni Ispettore Onorario della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
Nato a La Spezia nel 1933, si era trasferito per motivi di lavoro da Firenze a Bologna alla metà degli anni ’50 e qui fu attratto dal fascino delle grotte situate nella formazione dei gessi, specialmente di quelle che conservavano tracce della presenza umana preistorica.
In virtù del suo impegno e su indicazione della Società Speleologica Italiana, fu nominato nel 1975 Ispettore onorario per la Speleologia nel territorio regionale: divenne così ufficiale la collaborazione già avviata con la Soprintendenza, ampliata, dal 1981, con l’incarico di Ispettore onorario per l’Archeologia dei comuni di Ozzano dell'Emilia e San Lazzaro di Savena. Mantenne questo ruolo sino al 2003, quando, a causa di gravi problemi familiari, giudicando di non poter più svolgere con l'impegno sino allora profuso il suo compito, presentò le dimissioni.
Il contributo di Giorgio Bardella nel campo della tutela e della conoscenza archeologica è stato di assoluta rilevanza. Ha individuato e segnalato numerosissimi nuovi siti d'insediamento antico, dal Paleolitico all'epoca romana, dalle grotte alle stazioni all'aperto; il suo nome resta legato, per limitarsi a qualche esempio, alla Grotta Serafino Calindri, alla Cava Due Madonne, ai siti dei Gessi bolognesi, all'abitato di Botteghino di Zocca oltre che, naturalmente, alla città romana di Claterna ad Ozzano dell'Emilia. Ogni suo rinvenimento è stato accompagnato da puntuali relazioni ed elenchi dettagliati dei materiali raccolti. Ha esposto il risultato dei suoi studi in convegni e in articoli di riviste specializzate. Nel 2010, a coronamento delle sue ricerche sulla preistoria più antica, è stata pubblicata la sua monografia Il Paleolitico inferiore della Valle del Sillaro nel Comune di Castel San Pietro Terme (Bologna) (in.edit ed.).
Il desiderio di condividere le sue esperienze e di formare collaboratori consapevoli e appassionati l'ha visto promotore di due associazioni, tuttora validamente operanti: il Gruppo Città di Claterna e il Gruppo per la Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali della Valle del Sillaro.
Negli ultimi anni la sua attività si era rivolta soprattutto alle scuole, con corsi di archeologia sperimentale a carattere didattico, durante i quali sensibilizzava i ragazzi alla tutela, conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio culturale. A questo scopo aveva realizzato anche un CD, basato sulle conoscenze archeologiche del territorio bolognese, che distribuiva gratuitamente.
Nel 2011 ci ha lasciato un ultimo regalo: un libro di racconti (giusto per scrivere... in.edit ed.) nel quale ritroviamo, filtrati da una sorridente fantasia poetica, alcuni suoi ricordi, anche archeologici, di vita vissuta.

Giuliana Steffè, Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna

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Mi assumo l’onere e soprattutto l’onore di ricordare un uomo di grande spessore umano che ha dedicato larghissima parte dell’esistenza allo studio, alla ricerca e alla sperimentazione. Onere, perché non è facile mettere in fila gli innumerevoli momenti trascorsi assieme a lui e ai ragazzi nel lavoro e in amicizia, ricordando, senza cadere nella retorica, quanto siano stati interessanti e produttivi. Onore, perché Giorgio, dopo avermi preparato e formato, a un certo punto decise di farsi affiancare e in seguito di passarmi il testimone nell'incarico di Ispettore Onorario per l’Archeologia.
Come spesso capita, infatti, nel percorso della vita gli incontri sono determinanti per la nostra formazione e per le scelte del nostro futuro. Questo, mi sento di dire, è quanto è successo per molti di noi, giovani appassionati di archeologia. Giorgio ci prese sotto la sua ala, protettiva e al tempo stesso severa, insegnandoci il rispetto delle Istituzioni e i metodi della ricerca, sia didattica sia sul campo, tanto che per alcuni di noi l’interesse, nel tempo, si è trasformato in professione.
Giorgio è stato mente e braccio di molti progetti concordati con i funzionari della Soprintendenza per i Beni Archeologici (Jacopo Ortalli in primis) e noi i collaboratori entusiasti che nei fine settimana mettevano in pratica fasi di ricerca programmate negli incontri serali settimanali. Pur essendo studioso di età preistoriche, sapendoci disponibili e appassionati aveva accettato senza riserve di operare nell’importante sito dell’antica città di Claterna. Ci sembrava importante esserci (quando mai avremmo potuto avere l’occasione di toccare la storia così concretamente?) e in realtà fu davvero importante, poiché stavamo partecipando a un progetto assolutamente innovativo per quegli anni fine '80: ricognizioni sistematiche di superficie con quadrettatura ed elaborazioni grafiche dell’intera area di Claterna. Documentazione eccellente e fondamentale per le successive tappe di ricerca condotte sul sito, che, attraverso l’acquisizione da parte dello Stato dell’area, hanno condotto in questi ultimi anni alle prime proposte di musealizzazione in loco di alcuni complessi abitativi.
Ho prediletto il caso di Claterna perché per noi ha rappresentato una tappa fondamentale per la nostra formazione ma in realtà sono tanti i progetti di rilevanza scientifica portati a termine insieme. Mi preme ricordare l’intensa e precoce attività didattica organizzata da Giorgio nelle scuole ma anche l’impegno profuso nell'archeologia sperimentale e il viaggio nella madre terra d’Africa, per osservare tecniche e situazioni di quotidianità in uso da tempi immemorabili.
Infine, ma non ultimo per importanza, voglio ricordare l’uomo: severo, inflessibile, concreto, a volte serio ma arguto e sempre pronto alla battuta. Spesso ti fulminava. Confesso di aver provato un po’ di soggezione, ma lui sapeva ascoltare e con sensibilità cercava di condividere e risolvere i disagi.
Un abbraccio alla famiglia, robusto perno per la manifestazione del suo spirito libero e curioso, per la quale è sempre stato presente.
Ciao Giorgio, buon viaggio.

Maurizio Molinari, a nome delle associazioni culturali Gruppo Città di Claterna e Gruppo per la Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali della Valle del Sillaro

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L’interesse di Giorgio Bardella per l’Archeologia risale ai tempi della sua adolescenza quando ancora abitava a Firenze. Nelle sue escursioni sulle colline di Fiesole ebbe occasione di imbattersi nei resti di una villa romana e quella esperienza fu determinante per la sua formazione culturale. Quando per lavoro si trasferì a Bologna, alla metà degli anni ’50, il suo interesse si focalizzò sulle antichità della nostra regione.
Nel 1961 vi fu un importante incontro che cambiò il corso della sua vita: quello con la Speleologia. L’occasione si presentò quando scoprì che nella zona collinare dei gessi bolognesi esistevano importanti sistemi carsici con interessanti grotte da poter visitare. La Grotta del Farneto, di vetusta memoria, fu la prima e, con l’avvicinamento al Gruppo Speleologico Bolognese al quale aderì immediatamente, seguirono le altre.
L’entrata nel Gruppo e l’incontro con Luigi Fantini, il suo Presidente Onorario, gli aprì le porte verso il problematico mondo della ricerca preistorica dell’Emilia e Romagna.
Conobbi Giorgio nel 1966 e da allora il nostro cammino, nonostante le inevitabili pause dovute alle vicende quotidiane di ognuno di noi, è proseguito di pari passo.
Per me, oltre che amico carissimo, fu maestro di vita; è impossibile riportare tutte le cose compiute insieme, ma ognuna di esse ha cementato sempre più la nostra amicizia.
Furono anni densi di avvenimenti. Il costante pensiero di Giorgio era quello di effettuare le ricerche nella legalità più completa. Per questo ebbe sempre contatti molto stretti con la Soprintendenza alle Antichità (come si chiamava allora) sia nella persona del Prof. Gino Vinicio Gentili sia con chi in seguito lo sostituì in quella carica istituzionale.
Le nostre ricerche nel campo della Preistoria furono compiute al fine di tentare di fornire possibili risposte ai tanti problemi irrisolti relativi al territorio bolognese. Giunsero così le fondamentali scoperte della Grotta Serafino Calindri alla Croara, il recupero della fauna fossile quaternaria dell’inghiottitoio fossile della Cava a Filo presente sul Monte Castello sempre alla Croara e i ritrovamenti della Cava Due Madonne, Zola Predosa, Budrio, Calderara di Reno, ecc. ecc.
Negli anni ’70, nell’ambito della lunga battaglia per la salvaguardia delle zone carsiche dei Gessi Bolognesi e per la costituzione dell’omonimo parco, Giorgio Bardella fu nominato Ispettore Onorario per la Speleologia. Quell’incarico lo indusse a moltiplicare i suoi sforzi per giungere a risultati concreti e duraturi.
Mi fermo qui ricordando che fu proprio alla Grotta del Farneto, dove tutto ebbe inizio, che il 20 aprile 2012 ci ritrovammo nel nostro ultimo incontro sul territorio. Il Farneto ci regalò un giorno magico nel quale il tempo sembrava essersi annullato e ad entrambi parve di essere gli stessi di quarant’anni prima, con lo stesso entusiasmo e le stesse emozioni di allora. Ci sentimmo proiettati a quei giorni del 1970 quando decidemmo di impegnarci nella valorizzazione della grotta per renderla accessibile al pubblico in occasione delle celebrazioni del Centenario della Scoperta del 1971.
Devo molto a Giorgio, i miei successi di ricercatore sono indissolubilmente legati a quanto seppe trasmettermi negli anni giovanili della mia formazione.
La scomparsa di Giorgio Bardella segna inevitabilmente la fine di un ciclo e coloro che l'hanno conosciuto e amato non possono oggi che sentirsi più poveri e più soli.

Claudio Busi, Gruppo Speleologico Bolognese

Bologna, 8 aprile 2013