Bollettino n. 8, dal 16 al 22 gennaio 2006
Ozzano dell’Emilia, frazione Maggio
SCOPRIRE CLATERNA
Alla ricerca delle piccole tracce di vita quotidiana
 


Ufficio stampa, Bologna 23 gennaio 2006 - Bollettino n. 8

 

Lavorando sugli strati di terra che raccontano la storia del nostro edificio tardoantico, è possibile raccogliere tante piccole informazioni che contribuiscono a capire la vita di tutti i giorni.
Abbiamo già visto che buona parte di queste informazioni vengono dai reperti archeologici, cioè da tutti quei manufatti –vasi, utensili, attrezzi, oggetti personali- che si ritrovano, per lo più sotto forma di frammenti, in ogni strato archeologico.
Lo scavo di alcune buche sta riportando alla luce una grande quantità di reperti che si trovano al di sotto del nostro edificio, insieme a tantissimi frammenti laterizi che sembrano raccontare una storia di piena età imperiale, come l’anfora che è stata trovata in posizione quasi verticale dentro ad una di queste buche.


L'anfora

Ma oggi vorremmo parlare di altre tracce che riportano alla vita quotidiana e che non sono costituite da reperti ma da terra. Tenete presente che alcune attività umane, per loro natura, sono portate più di altre a “sporcare” l'ambiente in modo particolare, lasciando sul posto depositi specifici.
In questo caso vorremmo accennare a quelle legate all’uso o alla presenza del fuoco.
Il fuoco è sempre stato usato per scopi diversi: scaldare, cuocere, illuminare, lavorare. È un elemento costantemente presente nella vita dell’uomo, nella quale può intervenire anche in eventi accidentali e distruttivi come gli incendi.
I pavimenti del nostro edificio stanno restituendo tracce di azioni legate alla presenza del fuoco tra cui prevale, per frequenza, quella del carbone. Il carbone, risultato della combustione, doveva essere presente in ampie quantità nella vita degli antichi e, quindi, si trova frequentemente depositato al di sopra degli strati o rimescolato all’interno degli stessi.


Una consistente traccia carboniosa

Il fuoco, se fatto a contatto diretto con il terreno, produce il cosiddetto “concotto”, cioè un terreno arrossato e indurito dal calore; alcune zone dell’edificio, che ancora devono essere meglio indagate, potrebbero conservare dei piccoli focolari.


Un possibile focolare in fase di scavo


Area di dispersione del concotto

Sembrano da attribuire all’azione del calore anche le fortissime tracce di usura riscontrate su alcune strutture realizzate in mattoni.


Una struttura in mattoni molto usurata, forse per l'azione del calore

Dal momento che ci avviamo alla conclusione della prima campagna di scavo, abbiamo pensato di invitarvi a visitarci nei giorni
sabato 28 gennaio, ore 15
domenica 29 gennaio, ore 10
sabato 4 febbraio, ore 15
domenica 5 febbraio, ore 10

Vi aspettiamo numerosi!

Promosso da:

Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna in collaborazione con il Comune di Ozzano dell'Emilia e l'associazione Civitas Claterna

Direttore di scavo: Paola Desantis, archeologa
Informazioni a cura del Gruppo Archeologico Città di Claterna