Gli scavi edilizi nell'area della Chiesa dedicata alla Madonna del Buon Consiglio portano in luce una necropoli protofelsinea del VII secolo a.C.
Castenaso, via XXI Ottobre 1944
Home- Scavi/Valorizzazione - Nuova necropoli protofelsinea a Castenaso (scavi 2014)

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"Una realtà archeologica estremamente complessa che ha dato e sta dando risultati straordinari". C'è grande soddisfazione nelle parole con cui il Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Marco Edoardo Minoja, commenta i lavori di scavo e documentazione archeologica (tuttora in corso) nell'area destinata alla realizzazione di nuove opere parrocchiali a Castenaso.
Avviate nell'inverno 2013 sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna -Soprintendenti  Filippo Maria Gambari (fino al 16 gennaio 2014) e Marco Edoardo Minoja (dal 17 in poi), funzionario archeologo responsabile Valentino Nizzo- le indagini archeologiche hanno recuperato informazioni di straordinaria rilevanza per la comprensione dello sviluppo topografico del sepolcreto villanoviano, la cui presenza nell’area era nota da una serie di importanti rinvenimenti effettuati nei pressi della vicina Scuola Media a partire dal 1964, sotto la supervisione della Soprintendenza e dell’allora Ispettrice onoraria Elsa Silvestri, che ne curò l’edizione preliminare.
Le nuove scoperte aggiungono tasselli estremamente rilevanti rispetto al quadro noto, rivelando una fase di utilizzo funerario dell’area risalente al VII secolo a.C. e sostanzialmente coeva ai rinvenimenti effettuati alcuni anni fa dalla Soprintendenza nella frazione di Marano di Castenaso (Soprintendente Luigi Malnati, funzionaria incaricata Caterina Cornelio).
Certo, guardandosi intorno nell'area di questi ultimi ritrovamenti, non si può non provare una grande tristezza. Quattro tombe rinvenute in pochi metri -in verità cinque, la quinta è appena stata individuata e sarà scavata al più presto grazie alla disponibilità della parrocchia, proprietaria del terreno, e al finanziamento erogato dal Comune di Castenaso-, nell'unico spazio non massacrato dagli edifici. Se è tanto importante ciò che abbiamo appena trovato, quanto poteva essere importante ciò che è stato perso e distrutto per sempre?

Ricostruzione grafica di una sepoltura protofelsineaLe sepolture rinvenute appartengono, molto plausibilmente, a un gruppo familiare di ceto sociale elevato, connotato da peculiarità ricorrenti nella composizione dei corredi e negli atteggiamenti rituali adottati, tra i quali assai diffusa risulta la pratica della vestizione rituale del cinerario, che presuppone una sua antropomorfizzazione simbolica e, conseguentemente, una sua assimilazione alla corporeità del defunto, quasi la si volesse ripristinare fisicamente dopo averla combusta e “smaterializzata” sulla pira.
Tra tutte le sepolture, spicca la tomba 1, rinvenuta intatta, con una stele protofelsinea decorata con motivi geometrici a rilievo, collassata in situ al momento del cedimento del tumulo di terra e ciottoli che sormontava la tomba e che la rendeva, evidentemente, un importante punto di riferimento nel paesaggio funerario della necropoli.
Per i suoi connotati stilistici, la stele può essere ricondotta agli esemplari più antichi del suo genere (i confronti più puntuali possono essere istituiti con un esemplare dal Podere Riva Gadani, Tomba 2, di San Giovanni in Persiceto – BO – rinvenuto nel 1891 e, meno stringente, con uno dalla Tomba 8 dei recenti scavi di Marano), circostanza particolarmente rilevante se si tiene conto di quanto siano rari rinvenimenti di questo tipo compiutamente contestualizzati, come evidenzia molto puntualmente il recentissimo studio che Marinella Marchesi ha dedicato a questo tema.
La stele della tomba 1 al momento del ritrovamentoLa forma, molto simile a quella attestata per altri monumenti affini, è da considerare, plausibilmente, un’estrema stilizzazione della figura umana, mentre i motivi ornamentali presenti sul disco e sulla parte sommitale del corpo, sono quelli comuni al linguaggio figurativo ceramico della piena fase orientalizzante bolognese, con richiami più o meno diretti alla tradizione stilistica della fine della prima età del Ferro (VIII sec. a.C.), in particolare per quel che concerne gli schemi alludenti alla simbologia solare.
L’analisi accurata delle dinamiche deposizionali e post-deposizionali ha consentito di acquisire un quadro molto interessante e, per molti versi, inedito delle pratiche funerarie attestate a Castenaso nel corso dell’Orientalizzante.
Il prelievo di innumerevoli campioni consentirà, inoltre, di effettuare ulteriori indagini tecnico-scientifiche con l’ausilio delle quali si tenterà di ricostruire in modo oggettivo e interdisciplinare quel più ampio contesto “ambientale” e “organico” che era originariamente correlato alle sepolture.
Anche per questo il recupero di tutti gli oggetti è avvenuto con la massima scrupolosità possibile grazie all’intervento sul campo, accanto agli archeologi della ditta Tecne srl di Riccione, delle restauratrici della Soprintendenza Antonella Pomicetti, Virna Scarnecchia e Micol Siboni.
Fondamentale, per la buona riuscita della scoperta, la proficua collaborazione istituita con la Parrocchia di San Giovanni Battista, nella persona del Parroco Don Leonardi e degli ingegneri dello Studio Giovannini, e con il Comune, nella persona del Sindaco Sermenghi, che sta studiando, d’intesa con la Soprintendenza, un importante progetto di valorizzazione, volto a completare tempestivamente il restauro e a restituire alla comunità tutta, scientifica e non solo, una pagina importante dell’“avventura villanoviana”

Segnaliamo con soddisfazione che le scoperte di Castenaso sono confluite anche in un articolo-recensione dell’attuale direttore della British School at Rome, Cristopher Smith, sull'importante rivista statunitense disponibile anche on-line accessibile a questo link http://bmcr.brynmawr.edu/2014/2014-10-05.html di cui per comodità riportiamo l’estratto
“Meanwhile, the archaeological significance of Bologna continues to intrigue, as shown most recently by Ortalli’s discovery of a large open space with an extraordinary pattern of postholes which has been dated to the Villanovan period, and Valentino Nizzo’s exciting find of four 7th century tombs at Castenaso, a site which had already produced some material which could not be included here.7”

aggiornamenti a cura di Valentino Nizzo, Funzionario Archeologo SBAERO (6 ottobre 2014)


Tomba per Tomba (Dati preliminari dal giornale di scavo)
Testo e informazioni scientifiche a cura di Valentino Nizzo (archeologo SBAER), Fabio Pulcini, Cristian Tassinari e Lorenza Ghini (Tecne s.r.l.)

Tomba 1 – Dimensione m. 2,85 x 2,00 m., e profonda m. 1,42 dal piano di rinvenimento.
Cassa lignea di cui si conservano poche tracce (principalmente a ridosso della parete Nord – Ovest) ricoperta da un cospicuo strato di ciottoli risultante dal crollo del tumulo.
Stele integra, in pietra arenaria antropomorfa di piccole dimensioni, costituita da un corpo rettangolare sormontato da un disco. Decorazione scolpita a bassorilievo raffigurante una ruota (simbolo solare) circondata da motivi geometrici sul disco e una greca sul corpo.
Il ricco corredo, che occupava quasi interamente il piano deposizionale, era composto di piatti, boccali, vasi situliformi, anforette, tazze e oggetti in bronzo e ferro, tra cui spiccano un’ascia votiva e un attingitoio. Il cinerario biconico era posto nella zona meridionale della tomba ed era in ceramica depurata rosso – arancio e decorato a stampiglie. Nei pressi del vaso si sono rinvenute fibule bronzee che fanno ipotizzare il rito della vestizione dell’urna. Vista la ricchezza del corredo, si può presumere che la tomba appartenesse a un personaggio di rilievo dell'aristocrazia locale.

Tomba 2 – Dimensione m. 2,65 x 2,14 m., profonda m. 0,66 dal piano di rinvenimento.
Risulta tagliata e asportata, nella parte centrale, da una trincea moderna.
All’interno della fossa s’individuano tracce dell’assito di copertura e delle pareti Sud, Est e Nord della cassa lignea (m. 1,37 x 1,20) di forma quadrangolare.
All’interno della cassa sul fondo, collocata uniformemente, era deposta la terra di rogo (potenza variabile tra 0,05 m e 0,10 m.) e il corredo del defunto. Il cinerario con la relativa scodella di copertura, entrambi stampigliati, erano collocati nel settore Sud della cassa; la presenza di tracce di materiale organico, di due fibule ad arco serpeggiante, di tre spilloni in bronzo e di una conocchia in bronzo con lo stelo in ferro, fanno ipotizzare la presenza del rito della vestizione del cinerario.
Dalla posizione di tali oggetti si può desumere che il cinerario fosse deposto, originariamente, in posizione “sdraiata” secondo un rituale di antropomorfizzazione dell’urna. Il resto del corredo comprende oggetti in ceramica e bronzo disposti secondo un preciso ordine rituale.

Tomba 3 – Dimensione m. 1,75 x 2,10 m., profonda m. 0,68 dal piano di rinvenimento.
La sepoltura era colmata da un riempimento, US 112, che, in origine, doveva costituire il tumulo al di sopra dell’assito ligneo che copriva la fossa. Infatti, all’interno di questo riempimento è stata rinvenuta una stele/segnacolo in arenaria avente una forma a “virgola” che sembra non avere tracce di decorazione.
Il corredo era diviso in tre nuclei distinti: nel settore settentrionale si trovava la maggior parte del corredo della sepoltura, costituito da vasi ceramici e oggetti in bronzo; inoltre era presente un “tesoretto”, formato da oggetti metallici in bronzo e ferro custoditi, probabilmente, in una cassetta lignea.
Nel settore occidentale e meridionale era deposta, sul fondo della tomba, la terra di rogo e la restante parte del corredo. Il cinerario in ceramica depurata rosso – arancio, stampigliato, era posto sopra la terra di rogo, anche in questo caso, la presenza di fibule ad arco serpeggiante (tra cui una in ferro) e lo spillone potrebbero ricondurre al rito della vestizione dell’urna. Il settore orientale della sepoltura risulta privo di corredo se si escludono un frammento isolato di ceramica e una piccola lamina bronzea.

Tomba 4 – Dimensioni 1,40 m. x 1,70 m., profonda m. 0,85 dal piano di rinvenimento.
La tomba è a tutt’oggi 11 luglio 2014) ancora in corso di scavo.